21 settembre 1936, il pacifista infuriato

21 settembre 1936, il pacifista infuriato
21 settembre 1936, il pacifista infuriato
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EDIZIONE SPECIALE FIGARO (7/12) – Adesso ostinatamente eccessivo, dentro Inezie per un massacroscrive: «È cattivo, non andrà in paradiso, chi muore senza aver saldato tutti i conti».

Questo articolo è tratto da Edizione Speciale Figaro Céline, una stagione all’inferno, un numero speciale pubblicato in occasione del 130° anniversario della nascita dell’autrice di Voyage au bout de la nuit, il 27 maggio 1894. Per essere sempre aggiornati sulle novità storiche e culturali, iscriviti gratuitamente alla Newsletter Storia di Figaro.

La nave di linea Meknes, della Compagnie Générale Transatlantique, lascia Leningrado per tornare a Le Havre. Come tanti altri intellettuali europei, l’autore di Viaggio al termine della notte ha voluto toccare con mano il miracolo sovietico, questa nuova società fraterna, questa primavera dei popoli. Lo stesso André Gide è tornato dall’Unione Sovietica, dove è stato accolto come un re, tappeto rosso e treni speciali. Céline viaggia da solo, a proprie spese, vuole vedere tutto, ficca il naso dove non dovrebbe, non si lascia ingannare e scopre che il sistema è incrinato da tutte le parti, che la dittatura del proletariato non è niente altrimenti che una dittatura come un’altra e che lì l’uomo è sfruttato dall’uomo tanto e più che nei paesi capitalisti.
Appena sbarcato nella capitale degli zar, il 4 settembre scrive a Jean Bonvilliers e al generale Paul: “Merda! Se questo è il futuro, dobbiamo godere della nostra sporca condizione. Che orribile! miei poveri amici! La vita a Gonesse al confronto acquista una sorta di fascino! » Non appena torna a Le Havre, Céline racconta il suo soggiorno ai suoi cari. Alla sua amica la ballerina danese Karen Marie Jensen: “Tutto questo è abietto, spaventoso, inconcepibilmente sporco. Devi vedere per credere. Un orrore. » Alla sua amica austriaca Cillie Pam: “Sono tornato dalla Russia, che orrore! che spregevole bluff! che storia sporca e stupida! Quanto è grottesco, teorico e criminale tutto questo! »

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Céline ha ricevuto uno shock. Gli sembra necessario testimoniare per mettere in guardia i francesi da questa impostura e dal pericolo bolscevico. Nel dicembre 1936 pubblicò, contemporaneamente alla sua tesi di medicina, Vita e opera di Semmelweis, il suo primo pamphlet, Mea culpa, un piccolo capolavoro di ventisette pagine, che rivelò le sue doti di polemista. Céline non si fa più illusioni sulla natura umana: “L’uomo è umano quanto una gallina vola. Quando prende un duro colpo nel vaso, quando un’auto lo investe, sale sul tetto, ma subito si riattacca nel fango, rifrangendo gli escrementi. Questa è la sua natura, la sua ambizione. Per noi, nella società, è esattamente la stessa cosa. Smettiamo di essere così sprofondati nella prigione che ci troviamo sull’orlo di una catastrofe. Quando tutto più o meno si calma, la natura ricomincia a galoppare. »
Colpa mia passa inosservato, ma Céline ha scoperto il suo talento. Lo scrittore di combattimento ha preso il posto del romanziere. Louis-Ferdinand Céline salverà il genere umano, avvertendolo dei pericoli che lo attendono: questa è la sua missione. Qualunque siano le insidie ​​prevedibili, ha deciso di intraprendere la campagna per evitare che la Francia sia vittima di un nuovo conflitto che perderà. È convinto che la Germania sia il miglior scudo contro il bolscevismo e che gli ebrei, prime vittime del nazismo, spingano Francia e Gran Bretagna alla guerra. Ha fatto la guerra per l’Alsazia e la Lorena, non la farà più per gli ebrei.
In linea con Colpa miapubblicò nel 1937 Inezie per un massacropoi, successivamente, nel 1938, La scuola dei cadaveri. Con rabbia ossessiva, Céline attacca gli ebrei nei quali vede la causa principale della guerra imminente. Con un sacco di imprecazioni irrazionali e deliranti. Se alcuni, come André Gide, ne vedono solo il lato comico Ineziequesto opuscolo, che sedusse una parte dell’opinione ancora volontariamente antisemita, fece di Céline lo scrittore maledetto che rimane per molti.
Era un uomo e rimane uno scrittore a parte, angelo e demone, umanista viaggio ai confini della notte e, in molti altri scritti, accusato di odio contro l’intera umanità, sia anarchica che uomo d’ordine, pacifista e patriota, sempre in verità invischiata nelle sue contraddizioni. Nonostante la violenza dei suoi scritti, Céline non eviterà la guerra che si prepara sulle due sponde del Reno, più grave da una parte che dall’altra, ma vi si perderà.

Céline, una stagione all’inferno, Edizione Speciale Le Figaro. € 14,90, in edicola o su Figaro Store

Copertina di Edizione Speciale Figaro Céline, una stagione all’inferno
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