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03/12/2024 ore 20:29Aggiornato il 03/12/2024 ore 21:03
In un’intervista quasi presidenziale, il Primo Ministro si è difeso e ha chiesto responsabilità mentre incombono due mozioni di censura contro il suo governo.
Un primo piano su Matignon, due canali mobilitati e un tono sobrio… No, non è un’intervista presidenziale, ma un’intervista al Primo Ministro. Inaudito, anche durante l’ultima convivenza. Questo è un momento serio. Michel Barnier, Primo Ministro francese per tre mesi, dovrà affrontare questo mercoledì due mozioni di censura presentate dalla sinistra e dal Raggruppamento Nazionale. Su TF1 e France 2 il capo del governo si è mostrato offensivo e ottimista.
Secondo lui un “riflesso di responsabilità” da parte dei deputati è “possibile”. “Penso che sia possibile che ci sia questo riflesso di responsabilità per cui, al di là delle differenze politiche, divergenze, contraddizioni normali in una democrazia, diciamo a noi stessi che c’è un interesse più alto. Penso che il miglior interesse del Paese, il bene comune, l’interesse nazionale, significhi qualcosa”. “La colpa non è mia”, accusa, precisando che “questo va ben oltre la mia unica condizione”. “Le dorature, le auto ufficiali, non mi interessano”, sbottò. Ha criticato il comportamento di Marine Le Pen che ha cercato di “entrare in una sorta di one-upmanship”.
Il resto dopo questo annuncio
Nella sua intervista, Michel Barnier ha avvertito che “18 milioni” di francesi “vedranno aumentare le loro imposte sul reddito” se il bilancio non verrà adottato. «Sarà tutto più difficile e più serio», ha aggiunto, escludendo la possibilità di essere rieletto a Matignon una volta votata la censura. Per quanto riguarda le richieste di dimissioni di Emmanuel Macron da parte di alcuni rappresentanti, tra cui LR, il Primo Ministro le ha ignorate. “Il Presidente della Repubblica è eletto per cinque anni, è il garante della stabilità delle istituzioni”, ha spiegato.
Il resto dopo questo annuncio
Dall’Arabia Saudita, Emmanuel Macron ha affermato di non poter “credere al voto di censura” del governo di Michel Barnier, aggiungendo di “confidare nella coerenza delle persone”. Ritiene che le richieste di dimissioni siano una “finzione politica”, assicurando che non aveva mai pensato di lasciare l’Eliseo prima della fine del suo mandato nel 2027.