Nell’atelier di Anne Rigaud, la seconda vita del “Beato Gérard de Lunel”

Nell’atelier di Anne Rigaud, la seconda vita del “Beato Gérard de Lunel”
Nell’atelier di Anne Rigaud, la seconda vita del “Beato Gérard de Lunel”
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Il dipinto del santo della città ha subito un restauro completo sotto le mani talentuose del professionista al capezzale delle opere d’arte.

Tutta l’arte del restauro sta in questa capacità di dare nuova vita a un’opera già esistente. “Ce ne prendiamo cura, lo restauriamo. Non è creazione”conferma anche Anne Rigaud.

A 63 anni, la curatrice d’arte e restauratrice ha già tre decenni di pratica alle spalle. Davanti a lei, oggi, nel suo studio del Gard a Logrian-Florian, siede il beato Gérard de Lunel.

Un’opera firmata Fraissines

Il dipinto, firmato dal pittore Fraissines di Montpellier, presenta dimensioni più che adeguate. Alta circa 3 me larga 2,30 m, l’opera, che rappresenta il santo del comune di Lunel, richiede l’uso di una scala a pioli per riportarla al suo splendore.

Realizzato nel 1838, su tela e olio, è stato affidato la primavera scorsa ad Anne Rigaud dal comune tramite l’assessorato alla cultura della città. Un progetto che rientra nei lavori della chiesa Notre-Dame-du-Lac.

È del resto essenzialmente nell’arte religiosa che il restauratore – diplomato, tra gli altri, alla Beaux-Arts di Parigi e alla Scuola nazionale di arti visive (Ensav) di La Cambre, a Bruxelles – ha rivelato tutto il suo talento.

Due secoli di sporcizia e macerie accumulate

I suoi primi restauri si concentrarono sugli affreschi murali del XV secolo.e secolo dipinto da Giacomo Jacquerio nel chiostro di Abondance, in Alta Savoia.

Nel corso degli anni e dei suoi progetti, in particolare il Palazzo dei Papi ad Avignone e la Certosa di Villeneuve d’Avignon, Anne Rigaud acquisisce esperienza e maturità. Fino ad aprire un proprio laboratorio nella piccola cittadina del Gard.

Sotto l’altezza della bella cornice in legno dell’attico ristrutturato, Le Bienheureux Gérard de Lunel ha già assunto dei colori, messi in risalto dalla luce soffusa dei raggi del sole che penetrano dalle finestre sul tetto.

In alcuni punti la vernice tratteneva la tela

Dopo solo poche settimane di lavoro, l’opera è incomparabile con quella arrivata nell’aprile 2024. “La cornice era in buone condizioni mentre la tela presentava diversi buchi e crepespiega Anne Rigaud, dando qualche occhiata qua e là per verificare sempre il lavoro svolto. C’erano invece tante macerie sul fondo, tra la tela e il telaio”.

Per non parlare di questi pezzi che cadevano letteralmente in polvere tra la massa di polvere e umidità che vi si era accumulata. “In alcuni punti era addirittura la vernice a trattenere la tela e non il contrario!”nota il ristoratore, che ha dovuto effettuare non una pulizia, come al solito, ma due.

Nell’opera in stile classico ha applicato su tutta la superficie fogli di carta bolloré, incollati con amido di riso. “Questo fa emergere molto sporco per azione capillare”continua Anne Rigaud.

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Un documento per ogni fase del restauro

Duecento anni di accumulo, il dipinto riceve lì il suo primo restauro. Diversi decenni fa è stata data solo una mano di vernice. “Ma in un modo non ortodosso. Con colate spesse e solo fino al bordo della cornice”il “salvatore” di san Gerardo non si sorprende. Una traccia d’altri tempi.

“Oggi questo non potrebbe accadereinforma la donna al capezzale del patrimonio in generale, di Lunel in questi tempi. Da un lato, i professionisti del settore si impegnano a utilizzare prodotti reversibili. D’altra parte, l’etica nel restauro artistico implica che tutto ciò che facciamo deve essere conosciuto e conosciuto, documentato e registrato”.

Come prova, il documento di 20 pagine che Anne Rigaud ha abbellito in ogni fase del restauro del Beato Gérard de Lunel.

Inaugurazione il 1È Giugno con l’Arcivescovo di Montpellier

Un’opera su cui il restauratore si diverte a lavorare. “Di solito è il tipo di pittura che si rivela man mano che la costruzione procede.si diverte a dire, con gli occhi affogati nella creazione di Fraissines. Scopriamo come il pittore ha realizzato la sua opera. Riviviamo davvero l’atto creativo”.

Dettagli, tratti di matita, tutta una storia che gli abitanti di Lunel potranno ammirare nuovamente quando il dipinto tornerà nella cappella Saint-Gérard di Notre-Dame-du-Lac che sarà ufficialmente inaugurata dall’arcivescovo di Montpellier domenica 1È Giugno.

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