La vendetta nell’impasto
Nel 2008, anno della penultima avventura di Wallace e Gromit, il regista Nick Park menziona in Il telegrafo le difficoltà incontrate durante la collaborazione con la DreamWorks, che all’epoca produceva i lungometraggi dello studio. Sconcertato dalle note provenienti dai dirigenti di questo colosso dell’animazione, è quindi tornato al formato da mezz’ora che fu il periodo d’oro dei due personaggi. Il patrocinio di Netflix sarebbe diverso?
Rimaneva il pericolo di un’eccessiva nostalgia, che necessariamente minacciava una saga così popolare e dotata di tale longevità, soprattutto nelle grinfie di un altro colosso, questa volta in streaming, alla perenne ricerca di franchise redditizi. La promozione di La Palma della Vendetta brandisce con orgoglio l’argomento a favore del ritorno di Feather McGraw e quindi come conseguenza diretta di Pantaloni pessimi. Il cortometraggio trasmesso ormai 32 anni fa (sì…) essendo l’apice insuperabile di Aardman, l’annuncio era tanto allettante quanto preoccupante…
E potremmo davvero dargli torto alcune ridondanze, oltre a una serie di ammiccamenti un po’ invasivi. Alcune gag hanno un che di déjà vu (il braccio robotico) e la sceneggiatura, almeno nella prima parte, ripropone quasi identicamente la trama del Pantaloni pessimi : al verde, Wallace offre a Gromit una delle sue macchine, particolarmente autonome (pantaloni elettronici o nano multiuso). Messo da parte dall’amico, dovrà intervenire quando la sua invenzione gli si rivolterà contro, a causa del ladro Feather McGraw.
Palma d’oro
Naturalmente il film non diventa così denso e delirante come il suo predecessore. Non sorprende, e in parte a causa del formato lungo, La Palma della Vendetta non è al livello di Pantaloni pessimi. Ma è ben lungi dal soffrire il confronto con questo monumento in stop-motion. Per coloro che apprezzano le reti di gag maliziose della saga (vale a dire qualsiasi appassionato di cinema normalmente formato), si tratta di una nuova festa di carburante con 20 idee al minuto.
Dal consueto divertente effetto domino delle invenzioni di Wallace alle sculture dei nani malvagi, passando per le parodie del film carcerario e… Matrice, questo nuovo episodio è un puro piacere in ogni momento. Una nuova dimostrazione di inventiva, culminata in un lungo inseguimento finale che mette in ridicolo il precedente Missione: impossibile sulla base del grande spettacolo. Chi ha bisogno di una moto e di un paracadute quando puoi volare con una sedia a rotelle, una corda e un soffiatore per foglie?
Certamente, Wallace e Gromit ritorna ai suoi fondamenti, anche se questo significa goderselo. Ma si potrebbe anche parlare di ritornare sulla retta via. Ritrovando Feather McGraw, che mescola ancora di più i codici del classico antagonista hollywoodiano, la saga si allontana dal bizzarro cinismo che gravava su Sacro Petrin. La colta ingenuità di Wallace (ora doppiato con talento da Ben Whitehead dopo la morte di Peter Sallis) si tinge ancora una volta di un’irresistibile umanità, al centro della storia e nel suo climax.
IA malvagia
Auto La Palma della Vendetta è arrivato nel momento in cui avevamo bisogno di lui. In un momento in cui l’animazione mainstream fa affidamento sui propri successi e in cui aleggia lo spettro di una certa “innovazione”. Quindi non si ripete completamente I pantaloni cattivi : aggiorna la sua prospettiva.
Il film del 1993, come tutte le avventure del duo fino a quel momento, era sempre affrontato bene del rapporto con la tecnologia. L’artigianalità della sua creazione risuonava con il legame che unisce Wallace e Gromit, l’inventore e l’intellettuale, la scienza e la coscienza. Toccava a Wallace, non rinunciare alle sue prodigiose macchine, ma imparare ad usarle, grazie al suo fedele cagnolino. Questo è il segreto della loro complementarità. Quest’ultima parte riafferma questa necessità, introducendo l’intelligenza artificiale nell’equazione senza troppe sottigliezze.
Più esplicito di prima (Corsa delle galline 2 era della stessa botte), Aardman gira la metafora con questi nani automatici, che trasformano il brulicante giardino di Gromit in un tempio di generica perfezione e saccheggiano gli strumenti altrui per affermare la propria indipendenza. E nella più grande tradizione della saga, il discorso schiva abilmente la facile tecnofobia per andare avanti la tenerezza sincera come soluzione.
Siamo lontani dalla rivoluzione, ma resta la prova che lo studio non ha perso nulla della sua rilevanza anche se la tentazione di una facile nostalgia è molto presente. Tra gli ultimi difensori di una tecnica secolare, rimane comunque in piedi nei suoi stivali boomerang, rappresentando dopo tutti questi anni uno standard di intrattenimento tradizionale. Fortunatamente è ancora lì.
Wallace e Gromit: La palma della vendetta è disponibile su Netflix dal 3 gennaio 2025 in Francia