Al Museo d’Orsay le statue camminano sul soffitto

Al Museo d’Orsay le statue camminano sul soffitto
Al Museo d’Orsay le statue camminano sul soffitto
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I visitatori del museo parigino potranno ora osservare sculture figurative sospese a testa in giù grazie a un controsoffitto progettato per la mostra l’aggiunta, che si terrà fino a febbraio 2025.

I visitatori del museo d’Orsay potrebbero rimanere sorpresi: dal 15 ottobre saranno accolti tra le statue del XIX secoloe secolo da altre sculture contemporanee, sospese capovolte ad un controsoffitto. Queste statue in resina raffiguranti ragazzi che guidano un drone, indossano un visore per la realtà virtuale o sono seduti su una lavatrice, creano l’illusione di uno spazio invertito, progettato da due piantagrane dell’arte contemporanea noti per le loro installazioni al limite della performance, Elmgreen & Dragset, che sono rispettivamente danese e norvegese.

Una decina di statue compongono la loro nuova installazione appositamente progettata per il tempio dell’impressionismo e intitolata l’Addizioneche rimarrà installata nel museo fino a febbraio 2025.

Comprende entrambe queste sculture figurative installate da un controsoffitto su cui un altro personaggio cammina in posizione eretta come in un paesaggio innevato. Appoggiata a una ringhiera in una delle gallerie superiori del museo, un’altra statua sembra fotografare la scena.

Nel cuore della famosa navata dove sono esposte le statue dei maestri dell’Ottocento, un altro personaggio è installato sul bordo di un trampolino, un’opera in bronzo tutta bianca, rivolta verso l’alto. In fondo a questo spazio centrale, un’ultima statua, in marmo bianco, rappresenta ancora un giovane con occhiali virtuali che guarda le mani aperte verso il cielo.

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“Volevamo che le nostre sculture incontrassero quelle del passato”

« Quando si cammina, queste sculture che rappresentano la mascolinità sono molto poetiche e vogliamo aggiungere a ciò che già c’era, come trampolino di lancio per i giovani per i quali non è più facile crescere oggi che ieri. »spiega Ingar Dragset. Poi specifica il chirurgo plastico Il ragazzo con il drone, quello con il visore per la realtà virtuale, quello che medita seduto sulla lavatrice, sono la generazione futura che non dobbiamo dimenticare nella nostra ammirazione per la storia. Volevamo che le nostre sculture incontrassero quelle del passato ».

I due artisti, che collaborano dal 1995, hanno ridefinito il concetto di mostra progettando architetture temporanee e modelli a grandezza naturale di spazi pubblici e privati ​​attorno all’esistente. Piuttosto che vedere le loro opere d’arte come una raccolta di oggetti statici in uno spazio neutro, vedono ogni singola opera come parte di una storia più ampia, che rinasce ogni volta che viene esposta in un contesto diverso. In particolare, nel giugno 2023, hanno investito per diversi mesi nel Centro Pompidou-Metz.

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