VIDEO. In Türkiye, minatori al lavoro nei campi di nocciole da cui Ferrero si riforniva

VIDEO. In Türkiye, minatori al lavoro nei campi di nocciole da cui Ferrero si riforniva
VIDEO. In Türkiye, minatori al lavoro nei campi di nocciole da cui Ferrero si riforniva
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Si tratta di un’accusa ricorrente: in Turchia, dove il gruppo Ferrero acquista buona parte delle nocciole utilizzate nella composizione della sua Nutella, a volte queste vengono raccolte da minorenni. Il gruppo italiano garantisce che i propri fornitori firmino una carta, ma la realtà sul campo sembra ben diversa. Questo è ciò che hanno potuto constatare i giornalisti di “Complément d’investigation”.

La Nutella, riferimento iconico del gruppo Ferrero, e ingrediente di punta: la nocciola. Rappresenta quasi il 13% di un piatto della famosa crema spalmabile. Più della metà vengono importati dalla Turchia e hanno procurato all’azienda italiana critiche imbarazzanti. Dal 2011, alcuni media e ONG europei lo accusano di acquistare nocciole a basso costo, talvolta raccolte da minori in condizioni precarie. La Nutella potrebbe essere contaminata dal lavoro minorile?

Dopo queste rivelazioni, Ferrero ha assicurato di prendere molto sul serio il problema e di finanziare programmi per combattere il lavoro minorile. Secondo l’azienda, negli ultimi tre anni ne hanno beneficiato 18.000 bambini. Ma sul campo, nei noccioleti dell’entroterra, la realtà sembra ben diversa.

Le squadre delle “Investigazioni complementari” si recavano lì durante il periodo della raccolta. In una piccola azienda agricola a conduzione familiare che impiega 23 lavoratori stagionali, tutti curdi, hanno potuto osservare una famiglia al lavoro. I più forti scuotono gli alberi per far cadere le nocciole a terra, le giovani le raccolgono. Ma il volto di un ragazzino lascia dubbi. Quanti anni ha? Il suo vicino sussurra la risposta: 15 anni. Potrebbe benissimo avere qualche anno in meno, ma è impossibile verificarlo.

In Türkiye la raccolta stagionale delle nocciole è vietata ai minori perché ritenuta troppo difficoltosa. Dieci ore al giorno, sette giorni su sette: un lavoro massacrante, anche per un giovane di 17 anni, che sostiene di lavorare anche nei fine settimana. Come gli altri lavoratori stagionali, riceve uno stipendio di circa venti euro al giorno, necessario alla famiglia per sopravvivere.

Alla fine delle riprese, i giornalisti cercano di scoprire a chi vende il produttore. Non conosce il circuito preciso, risponde, ma da quello che sa, “Va alla Ferrero. Comunque in generale puoi venderlo a chi vuoi, finirà alla Ferrero”. Sembra non aver mai sentito parlare della Carta della Nocciola pubblicata dal gruppo, che si oppone al lavoro minorile, mentre l’ultimo rapporto Ferrero sul settore assicura che il 100% dei suoi fornitori riconosca questo codice di buona condotta.. Ecco la questione sarebbe ben sollevata, ma “velocemente”, dagli agronomi che l’azienda di volta in volta invia: “Ci dicono: ‘Non devono esserci bambini’”. Ma secondo questo piccolo produttore, “Li portano le famiglie, non hanno nessuno che si prenda cura di loro”e partecipino alla mietitura per imparare il lavoro.

Per quanto riguarda il lavoro minorile, Ferrero afferma in una mail a “Ulteriori indagini”: “Siamo riusciti a mettere in atto un solido programma di prevenzione e continuiamo a trattare i potenziali problemi con la massima attenzione. Tutti i fornitori devono sottoscrivere il codice dei fornitori del gruppo Ferrero”.

Estratto da “Ferrero: i piccoli segreti del gigante del cioccolato”, documento da vedere in “Ulteriori indagini” il 17 ottobre 2024.

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