L’industria ha frenato l’attività economica svizzera, che ha visto la sua crescita rallentare allo 0,2% nel terzo trimestre del 2024, rispetto allo 0,5% del trimestre precedente, secondo una prima stima di venerdì della Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Questa cifra si colloca in fondo alla fascia di previsione degli economisti intervistati dall’agenzia svizzera AWP, che oscillava tra lo 0,2% e lo 0,4% per il terzo trimestre.
“La crescita nel settore dei servizi è stata controbilanciata dagli sviluppi negativi nell’industria”ha detto Seco in un comunicato stampa. Si prevede di pubblicare statistiche più dettagliate il 29 novembre. Il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre, per poi accelerare allo 0,5% nel secondo trimestre grazie ai prodotti farmaceutici, il suo principale settore di esportazione, che hanno compensato la domanda già in calo nel settore.
“La crescita economica è stata sorprendentemente lenta nel terzo trimestre”ha reagito Adrian Prettejohn, economista di Capital Economics, in un commento di mercato. Secondo lui questo rallentamento dovrebbe incoraggiare la banca centrale svizzera ad allentare ulteriormente la sua politica monetaria. La Banca nazionale svizzera (BNS) ha anticipato la Banca centrale europea e la Federal Reserve americana nell’abbassare il tasso di interesse di riferimento a marzo. Lo ha ridotto di 0,25 punti, poi ha effettuato due riduzioni della stessa entità in giugno e settembre.
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Apprezzamento del franco svizzero
«La forza del franco svizzero e la debole crescita dell’eurozona peseranno sulle esportazioni»avverte il signor Prettejohn. “Ma non crediamo che ciò impedirà all’economia di ritornare su un trend di crescita nei prossimi trimestri, intorno allo 0,5%” A suo giudizio, l’economia svizzera può contare anche sui consumi grazie agli aumenti salariali e alla bassa inflazione. A metà settembre, il Ministero dell’Economia ha mantenuto le sue previsioni di crescita (esclusi gli eventi sportivi) per il 2024 all’1,2%, affermando di aspettarsi una domanda globale inferiore alla media storica data la stagnante situazione economica nella zona euro, un importante sbocco per le esportazioni svizzere. L’anno scorso la Svizzera ha venduto lì oltre il 46% delle sue esportazioni.
Le organizzazioni dei datori di lavoro hanno invitato la BNS ad agire per contrastare la forza del franco svizzero, a partire da agosto con Swissmem, che rappresenta le imprese industriali, seguita a settembre da due organizzazioni del settore dell’orologeria. Il forte apprezzamento del franco svizzero rispetto all’euro aggiunge ulteriori difficoltà alle aziende, che già devono far fronte al calo degli ordini provenienti da Cina e Germania nell’industria e al calo dei consumi in Cina nel settore dell’orologeria, hanno avvertito le organizzazioni dei datori di lavoro.
Secondo una prima stima dell’istituto europeo Eurostat, il PIL della zona euro è aumentato dello 0,4% nel terzo trimestre grazie ad una crescita migliore del previsto dell’attività in Germania, scampata alla recessione. Secondo una prima stima dell’istituto Destatis, nel terzo trimestre il PIL tedesco è aumentato dello 0,2%.