L’ente responsabile dello sviluppo dei parchi a tema Disney in Florida ha approvato un accordo di 15 anni con il colosso dell’intrattenimento, poche settimane dopo la fine di una disputa legale tra le due parti, hanno riferito mercoledì diversi media americani.
Nell’ambito di questo accordo, la Disney investirà fino a 17 miliardi di dollari nei prossimi dieci-vent’anni per sviluppare i suoi enormi complessi alberghieri e parchi tematici nell’area di Orlando, precisa la CNN.
L’accordo prevede anche la creazione di un quinto parco tematico “grande” nella regione.
Il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis e la Disney, un importante datore di lavoro nella regione con il suo parco a tema Disney World a Orlando, sono impegnati in una situazione di stallo legale dal 2022.
Disney si era attirato l’ira del governatore molto conservatore denunciando il suo disegno di legge volto a limitare l’insegnamento di materie legate all’orientamento sessuale nelle scuole primarie della Florida.
In risposta, il governatore rimosse lo status speciale della Disney nel suo stato, ponendo fine ai vantaggi di cui il parco divertimenti aveva goduto dagli anni ’60.
Questo status speciale ha concesso numerosi vantaggi alla Disney: strutture amministrative, autogestione del sito, prestiti vantaggiosi, in particolare.
Nel 2023, per decisione di Ron DeSantis, lo Stato della Florida ha assunto anche la gestione dei parchi a tema Disney svolta da decenni da un’organizzazione creata dal gruppo. Un comitato nominato da DeSantis era quindi responsabile della gestione del terreno che ospitava il Walt Disney World Resort.
Il gruppo ha raggiunto un accordo con lo stato della Florida a marzo, ponendo fine al contenzioso tra loro nei tribunali di tutta la Florida.
La Disney impiega decine di migliaia di persone nel suo parco a tema e nella sede centrale nell’area di Orlando.
Una figura dell’estrema destra americana, Ron DeSantis, che si è ritirato dalle primarie presidenziali repubblicane di gennaio, si è fatto conoscere moltiplicando le misure ultraconservatrici su istruzione, immigrazione e questioni LGBT+.
