Italia: la produzione industriale continua a diminuire ad aprile

Italia: la produzione industriale continua a diminuire ad aprile
Italia: la produzione industriale continua a diminuire ad aprile
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Il tasso di disoccupazione è salito a maggio negli Stati Uniti, al 4%, una soglia simbolica che ha superato per la prima volta da gennaio 2022, ma, paradossalmente, i posti di lavoro creati sono stati molto più numerosi che ad aprile, cinque mesi prima delle elezioni presidenziali. .

Il tasso di disoccupazione è aumentato di 0,1 punti, dal 3,9% al 4%, secondo i dati diffusi venerdì dal Dipartimento del Lavoro.

La creazione è stata molto più solida del previsto, dal momento che a maggio sono stati creati 272.000 posti di lavoro, rispetto ai 165.000 di aprile, cifra rivista al ribasso.

Questi dati provengono da due diverse indagini, una condotta tra le imprese, l’altra tra le famiglie, e potrebbero spiegare questi sviluppi in direzioni apparentemente opposte.

Gli analisti prevedevano che il tasso di disoccupazione sarebbe rimasto stabile, al 3,9%, e si prevedeva la creazione di soli 190.000 posti di lavoro, secondo il consenso di Market Watch.

“L’occupazione ha continuato la sua tendenza al rialzo in diversi settori, guidati dai servizi pubblici;

La creazione di posti di lavoro nel solo settore privato ha risentito di un forte deterioramento nel settore manifatturiero, come ha dimostrato mercoledì l’indagine mensile ADP/Stanford Lab.

Ma ad aprile il numero di posti vacanti è sceso al livello più basso da febbraio 2021 a 8,06 milioni rispetto agli 8,35 milioni del mese precedente, secondo i dati del Dipartimento del Lavoro.

“Grandi dimissioni”

La situazione occupazionale viene seguita con molta attenzione dalla Banca centrale americana (Fed), nella sua lotta contro l’inflazione ancora elevata negli Stati Uniti. Perché senza un ritorno alla normalità sul fronte occupazionale è difficile immaginare un calo duraturo dell’inflazione.

Il Paese sperimenta infatti una significativa carenza di manodopera dal 2021 e, per attrarre candidati e trattenere i propri dipendenti, le aziende avevano infatti offerto salari più alti e condizioni più vantaggiose, facendo infine lievitare i costi.

Ciò portò al movimento delle “Grandi Dimissioni”, con i dipendenti che cambiarono massicciamente lavoro per trarre vantaggio da queste condizioni favorevoli.

Pertanto, i dati sull’occupazione di maggio “supportano piuttosto una posizione paziente” da parte della Fed riguardo a un imminente taglio dei tassi, spiega Rubeela Farooqi, capo economista di HFE.

Quest’ultimo evidenzia in particolare il fatto che “i dati salariali, che hanno mostrato un’accelerazione nelle variazioni mensili e annuali, sono stati deludenti, creando una spiacevole sorpresa”.

Per frenare l’inflazione, la Fed ha mantenuto tassi molto elevati dalla scorsa estate, tra il 5,25 e il 5,50%, il livello più alto degli ultimi 20 anni.

Questa politica porta le banche a offrire prestiti a tassi più elevati ai propri clienti, siano essi famiglie o imprese.

La prossima riunione della Fed si terrà martedì e mercoledì e si prevede che i tassi manterranno quei livelli. Nessun calo è previsto dagli operatori di mercato prima delle riunioni di settembre o novembre.

Questo articolo è stato pubblicato automaticamente. Fonti: ats/awp/afp

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