Questa azienda francese, valutata 2 miliardi di dollari, ha già venduto 8.000 robot in tutto il pianeta

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Renaud Heitz, cofondatore di Exotec con Romain Moulin.
Credito fotografico: Quentin Périnel

UN’ORA IN UFFICIO – Ogni lunedì un leader apre la sua porta Figaro. È il turno di Renaud Heitz, cofondatore di Exotec.

Stazione Lille-Fiandre. A un’ora esatta da Parigi. Venti minuti d’auto poi per raggiungere Croix, nella vicina periferia. È qui che Exotec, il campione della robotica – il primo unicorno industriale in Francia – ha stabilito il suo quartier generale, quasi nove anni dopo essere stato incubato ai suoi inizi, nel 2015, presso Télécom Paris. Un imponente edificio industriale a forma di U in cui i ritratti dei dipendenti – fotografati su sfondo bianco – sono appesi alle pareti dell’atrio. In questo puzzle di volti, alcuni ritratti mancano o sono stati rimossi. Il vuoto temporaneo di un dipendente che ha lasciato la nave? No: questo è un pregiudizio estetico.

Robot Zapa, Dydi, Feso o Zubi

La parete di una seconda scala ospita i pezzi di un puzzle commemorativo dedicato a ciascun brevetto di Exotec e ai suoi attori. Ne ha circa un centinaio. Renaud Heitz è molto rappresentato lì. L’imprenditore – di origine alsaziana – è conforme all’idea che possiamo avere dell’ingegnere. Snella, pragmatica…

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