Cronaca “È già domani”: i parchi solari spaziali, l’ambizioso progetto Solaris

Cronaca “È già domani”: i parchi solari spaziali, l’ambizioso progetto Solaris
Cronaca “È già domani”: i parchi solari spaziali, l’ambizioso progetto Solaris
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l’essenziale
L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha un progetto ambizioso: creare parchi solari nello spazio. L’agenzia ha appena dimostrato la fattibilità di un dispositivo del genere.

Conosciamo l’agrofotovoltaico, questi campi di pannelli solari che a volte incontriamo in Occitania, Spagna o Portogallo. Presto potrebbero esserci giganteschi parchi solari… nello spazio. Questo è l’ambizioso progetto europeo Solaris che si potrebbe pensare uscito direttamente da un film di fantascienza.

Eppure, questo progetto, lanciato nel 2022 dall’Agenzia spaziale europea (ESA) e dai suoi partner del consorzio Talda, segue il suo percorso attorno a un obiettivo: fornire energia pulita dalla risorsa illimitata che costituisce la radiazione solare, disponibile con la stessa intensità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutto l’anno, e contribuiscono a raggiungere la neutralità carbonica auspicata dall’Unione Europea nel 2050.

“L’idea è quella di raccogliere l’energia solare nello spazio, dove è costantemente disponibile e non è influenzata dalla copertura nuvolosa o da altre condizioni atmosferiche. Viene poi trasmesso a ricevitori posizionati strategicamente e collegati alla rete energetica” sulla Terra, spiega l’ESA. Nel 2023, uno studio condotto da Thales Alania Space Italy, con il contributo della società di energia rinnovabile ENEL, ha iniziato a sviluppare una prima definizione di un sistema di energia solare spaziale che utilizzerebbe le onde radio per fornire una fornitura affidabile di energia.

Costellazione di 4.000 specchi di 1 chilometro di diametro

La società di consulenza Arthur D. Little, in collaborazione con il fornitore di energia Engie, ha studiato un altro concetto che potrebbe fungere da precursore dei satelliti solari a radiofrequenza: i riflettori spaziali. Il mese scorso, l’ESA ha confermato la fattibilità del progetto che consisterebbe nel dispiegare nello spazio una costellazione di 4.000 specchi, ciascuno di 1 chilometro di diametro, in un’orbita terrestre bassa (890 km). Questi specchi rifletteranno la luce solare, reindirizzandola con precisione verso gli impianti fotovoltaici sulla Terra. Questa tecnica consentirebbe di aumentare dal 40 al 60% la produzione di elettricità di 30 grandi parchi solari sparsi nel mondo.

“Prevediamo di lanciare un primo specchio di circa 200 metri di diametro entro la fine del 2025, per testare l’invio e il dispiegamento. Poi, entro la fine del 2026, l’invio di 5 riflettori delle dimensioni target per valutare la navigabilità di una flotta di specchi. Infine, entro il 2030, faremo una prima consegna di dimostratori di riflessione solare per un primo utilizzo terrestre», spiega Arnaud Siraudin, direttore associato di Arthur D. Little, a Le Monde.

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