Conflitti in Medio Oriente: dobbiamo aspettarci un’impennata dei prezzi dei carburanti? : Notizia

Conflitti in Medio Oriente: dobbiamo aspettarci un’impennata dei prezzi dei carburanti? : Notizia
Conflitti in Medio Oriente: dobbiamo aspettarci un’impennata dei prezzi dei carburanti? : Notizia
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Il conflitto armato tra Israele e Iran ha fatto lievitare il prezzo del barile di petrolio. Una situazione che non dovrebbe però far lievitare le bollette alla pompa, anche se i prezzi dovessero ricominciare a salire, assicura uno specialista di La Dépêche.

Mercoledì 2 ottobre, a causa del conflitto tra Israele e Iran, il prezzo del barile di petrolio è aumentato del 6%. Di conseguenza, il prezzo della benzina alla pompa è leggermente aumentato in Francia: secondo il Ministero dell’Energia, “il prezzo medio di un litro di super senza piombo 95 è passato in una settimana da 1,72 a 1,73 euro“, ammette Olivier Gantois, presidente dell’UFIP Energies et Mobility (ex Unione francese delle industrie petrolifere), sulle colonne di il Dispacciomercoledì 9 ottobre. Secondo l’esperto, “una continuazione di questo aumento nei prossimi giorni” è prevedibile. Stabile, invece, quello del gasolio a 1,59 euro al litro.

L’aumento alla pompa si spiega con il fatto che un barile di greggio è passato da 72 a 78 dollari in soli dieci giorni. E ciò è quindi dovuto al conflitto in corso tra Tel Aviv e Teheran. “Ma vorrei sottolineare che si tratta di un aumento di circa il 10% e che non si può ancora parlare di un’impennata del prezzo del petrolio.“, precisa Olivier Gantois. Il quale sottolinea anche che “i mercati petroliferi non sembrano credere in questo momento ad una conflagrazione generale in Medio Oriente”.

Produzione in costante aumento

L’Iran è uno dei principali attori nel mercato petrolifero globale. È il nono produttore del pianeta, con circa 4 milioni di barili al giorno, metà dei quali esportati. Il rischio di vedere Israele attaccare gli impianti petroliferi iraniani, per gravare sulla sua economia, non è però all’ordine del giorno. “La presidenza americana ha sconsigliato a Israele di effettuare tali attacchi”indica Olivier Gantois a La Dépêche.

Tuttavia, una stagnazione del conflitto potrebbe causare un calo della produzione rispetto alla domanda, che avrebbe poi un forte impatto sui prezzi dei carburanti. Ma per ora la produzione regge, soprattutto grazie alle esigenze dell’Asia. La produzione globale è quindi passata da 103 milioni di barili al giorno nel 2023 a 104 milioni nel 2024, con una previsione di 105 milioni di barili al giorno nel 2025, ricorda Olivier Gantois.

Se vede a “cattive notizie” per il clima, invece, i prezzi di benzina e gasolio non dovrebbero lievitare alla pompa. “Dalla fine del 2022 il barile di greggio si muove tra i 75 e gli 85 dollari, penso che abbiamo trovato un equilibrio e che questo potrebbe durare”.assicura lo specialista.

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