All’inizio del 2024, un gruppo di saggi è stato nominato dal comitato ministeriale ristretto per riflettere sulle lezioni da imparare. Le loro raccomandazioni, che riguardano sia la riparazione che la trasmissione alle generazioni più giovani, sono state presentate questo venerdì al Senato.
Tuttavia, una delle maggiori raccomandazioni riguarda l’aspetto “riparazione”. Per il gruppo dei saggi, la SNCB deve “non solo esprimono rammarico, ma presentano anche scuse ufficiali per il ruolo svolto dalle ferrovie belghe nell’organizzazione dei convogli ferroviari.”
“Raccomandiamo misure correttive collocando i fatti nel contesto dell’applicazione della politica del male minore e delle conclusioni dello studio storico sulla responsabilità collettiva, ha affermato Françoise Tulkens, ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo e presidente del gruppo dei saggi. Le misure di riparazione sono distinte dalle misure di compensazione. Sono due cose diverse. Le misure riparative mirano al futuro e, in un certo modo, pongono il baricentro di una vita davanti e non dietro la vittima”.
Per il gruppo dei saggi, il governo federale dovrebbe migliorare la condizione delle vittime ed esaminare eventuali richieste di sostegno per iniziative che cerchino forme di riparazione dei danni e delle sofferenze. “Molto è già stato fatto. Ma ci sono ancora situazioni che devono essere migliorate. E le scuse devono essere più che parole, ma ringraziamenti”.
Per quanto riguarda la SNCB, il gruppo dei saggi ha emesso una raccomandazione riguardante i rom, che restano una minoranza discriminata. Crede che dovrebbe esaminare le richieste per la concessione della terra che le appartiene.
Infine, in altri ambiti, la SNCB è invitata anche a realizzare iniziative commemorative e a organizzare una giornata del ricordo, ad esempio attraverso un annuncio nelle stazioni. Da notare che la SNCB ha già programmato una mostra speciale al museo Il mondo dei treni oppure lo sviluppo di pacchetti educativi destinati ai giovani.
Il rapporto è stato presentato venerdì al vice primo ministro responsabile della Mobilità e dell’attualità, Georges Gilkinet. “Non possiamo che essere soddisfatti che questo gruppo di saggi abbia formulato queste 30 raccomandazioni che permettono, come ha detto il presidente, di lavorare su questioni molto attuali, come la questione del rispetto dei diritti umani in un contesto dove c’è guerra o violenza legati a identità religiose o filosofiche, e a questo non possiamo restare indifferenti. spiega. «Quanto alla SNCB, ha già fatto dei passi per riconoscere le proprie responsabilità ed è pronta a fare ulteriori passi. Il suo consiglio di amministrazione esaminerà questo rapporto”.
Divergenze interne: un uomo saggio non ha approvato la relazione
Sebbene il rapporto abbia intrapreso la strada della riparazione, non ha tuttavia chiesto un risarcimento per le vittime, 80 anni dopo gli eventi. Questo ha esaminato la questione confrontando le misure adottate nei Paesi Bassi e in Francia e ritiene che sia già avvenuta una compensazione per il ruolo collettivo dello Stato belga a seguito della cosiddetta legge Flahaut del 2003.
Tuttavia, uno dei rappresentanti del gruppo, Sydney Berneman, ha rifiutato di approvare il rapporto. In un’opinione dissenziente, non pubblicata, il consigliere onorario della Corte di Cassazione torna sulle sue motivazioni.
“Il rapporto […] non corrisponde in alcun modo alle mie osservazioni, alle mie convinzioni e aspirazioni morali. Non onora la memoria delle migliaia di ebrei che, con la partecipazione della SNCB e nel silenzio assordante e nell’indifferenza delle autorità e della popolazione belga, furono condotti verso una destinazione finale dalla quale non fecero più ritorno. Non onora i tanti eroi silenziosi che hanno avuto il coraggio di venire in aiuto di vittime indifese e compiere un atto di umanità”.Il signor Berneman scriveva alla fine di novembre agli altri membri del gruppo in un’e-mail consultata dall’agenzia Belga.
Uno dei motivi di divergenza è proprio il risarcimento delle vittime e dei loro beneficiari. “Non è necessario dilungarsi per poter affermare che il risarcimento dei beni saccheggiati può riguardare solo il numero molto limitato di ebrei che possedevano beni materiali prima della guerra e che la cosiddetta legge Flahaut dell’11 aprile 2003 non non prevede alcun risarcimento per gli oltre 24.000 ebrei che hanno perso il bene immateriale più prezioso, vale a dire la loro vita, al termine del viaggio compiuto con la partecipazione della SNCB”dice il signor Berneman.
Anche Sydney Berneman si rammarica di ciò “tiepidezza” del rapporto con la resistenza che appare all’insegnamento della Shoah che vede come un “atto di capitolazione”.
La SNCB, da parte sua, ha indicato che ora prenderà atto delle raccomandazioni “e basandosi in particolare sul seguito che il governo belga deciderà di intraprendere nel quadro della responsabilità collettiva, svilupperà azioni e iniziative concrete”.
G.corteccia. con BELGA