In Germania, gli esperti sanitari continuano a indagare su cosa abbia causato un’epidemia di afta epizootica nello stato del Brandeburgo, la prima in 35 anni nel paese. A titolo cautelativo la Svizzera ha vietato l’importazione di animali e prodotti animali da questa regione.
La settimana scorsa sono stati annunciati tre casi di afta epizootica, una malattia che decima il bestiame, tra i bufali d’acqua nella regione del Brandeburgo, intorno a Berlino, i primi nell’Unione europea dal 2011 e in Germania dal 1988. Gli animali contaminati sono morti e gli altri 11 animali della mandria sono stati macellati preventivamente.
Da allora, le autorità si sono adoperate per prevenire la potenziale diffusione, testando gli animali e limitando i trasporti dall’area colpita.
Misure protettive
Questi casi preoccupano i Paesi vicini e in particolare la Svizzera, dove l’ultimo caso risale al 1980. La Confederazione ha deciso di adottare misure di protezione. Queste misure sono tuttavia limitate alla regione tedesca interessata, precisa l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e degli affari veterinari (USAV).
Concretamente, “è vietato rimuovere dalle zone colpite animali ungulati, come mucche e pecore”, nonché “prodotti” derivati da questi animali, come carne, latte o lana, spiega Tiziana Boebner. Lombardo, portavoce dell’OSAV, venerdì al microfono della RTS.
Sicuro per gli esseri umani
Sebbene l’afta epizootica, un’epizoozia altamente contagiosa, possa avere gravi conseguenze per gli animali e per l’economia, la malattia non rappresenta “nessun pericolo diretto per la salute umana”, ribadisce l’OSAV.
Berna raccomanda tuttavia a chi viaggia in questa regione di evitare qualsiasi contatto con animali ungulati e, al ritorno in Svizzera, di pulire accuratamente abiti e scarpe prima di avvicinarsi agli animali.
Oggetto della radio: Anne Fournier
Articolo web: fare con afp