dal 1° gennaio il taglio dei gasdotti tra Russia e Ucraina ha provocato tensioni sul mercato europeo

dal 1° gennaio il taglio dei gasdotti tra Russia e Ucraina ha provocato tensioni sul mercato europeo
dal 1° gennaio il taglio dei gasdotti tra Russia e Ucraina ha provocato tensioni sul mercato europeo
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I prezzi sul mercato all’ingrosso sono aumentati notevolmente negli ultimi giorni. In Europa il prezzo del gas naturale ha addirittura superato la soglia dei 50 euro per megawattora. E se martedì 13 gennaio fosse sceso a 45 euro al megawattora, questo prezzo resterebbe alto.

Ciò è dovuto al fatto che dal 1° gennaio la Russia non trasporta più gas verso l’Europa attraverso i gasdotti ucraini. Il contratto tra Kiev e Mosca, che è durato nonostante la guerra, è scaduto il 31 dicembre, quindi il rubinetto è stato tagliato.

L’Unione Europea, tuttavia, ha ridotto notevolmente la propria dipendenza dal gas russo. Prima dello scoppio della guerra l’Europa importava il 40% del suo gas dalla Russia, oggi la quota è scesa intorno all’8%. L’Unione riceverà il gas da altri paesi, come la Norvegia o gli Stati Uniti. Ma la cessazione del transito attraverso l’Ucraina sta creando problemi ai paesi dell’Europa orientale, come Ungheria, Austria, Slovenia e Slovacchia.

L’altro elemento che fa salire i prezzi è l’ondata di freddo che ha colpito l’Europa negli ultimi giorni: niente vento, niente sole, queste condizioni impediscono l’utilizzo di energie alternative come l’eolico. E poi, a causa di questo freddo, i tedeschi hanno fatto molta richiesta ai loro impianti a gas per produrre elettricità. Risultato: le scorte di gas europee sono diminuite più rapidamente del previsto. I siti sindacali sono pieni al 70%, un livello storicamente basso per l’inizio dell’anno, con il 15% in meno del solito in questo momento.

Questa situazione si ripercuote sul consumatore. Per le famiglie, i prezzi del gas sono aumentati negli ultimi mesi. Per monitorare queste fluttuazioni, in Francia, dal giugno 2023, non esiste più un prezzo regolamentato del gas: esiste invece un prezzo di riferimento. Si tratta di un indicatore, pubblicato ogni mese dalla Energy Regulatory Commission (CRE). Ora è proprio questo indicatore a fungere da bussola per i consumatori, per aiutarli a scegliere l’offerta migliore.

Per quanto riguarda le prospettive, è molto probabile che i prezzi rimangano elevati per tutto l’inverno, se non altro perché la geopolitica resta molto instabile. Ad esempio, importiamo molto gas liquefatto dagli americani e Donald Trump potrebbe decidere di ridurre le importazioni, il che farebbe aumentare i prezzi. Anche la domanda asiatica sta modificando i prezzi, che dipenderanno anche dalle tasse sul gas che probabilmente verranno votate nel bilancio.

Ma niente panico: in Francia, le scorte di gas restano comode per superare l’inverno, e altre fonti energetiche stanno risolvendo il problema, grazie al nucleare, abbiamo sempre più elettricità.

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