il grande giorno di Bayrou, che questo martedì mostra le sue carte per cercare di evitare la censura

il grande giorno di Bayrou, che questo martedì mostra le sue carte per cercare di evitare la censura
il grande giorno di Bayrou, che questo martedì mostra le sue carte per cercare di evitare la censura
-

Sospensione, congelamento o pausa? Il vocabolario, che è anche una raccolta di lettere, del Primo Ministro sarà esaminato attentamente quando pronuncerà il tradizionale discorso del nuovo arrivato a Matignon, alle 15, davanti all’Assemblea nazionale.

Per ironia della sorte, sarà proprio Élisabeth Borne, ex primo ministro e autrice di questa contestata riforma delle pensioni, a leggere parallelamente davanti al Senato lo stesso testo, che potrebbe contenere concessioni alla sua stessa legge, adottata all’epoca forcipe utilizzando l’articolo 49.3.

Il famoso “DPG”, scritto dallo stesso François Bayrou, è stato preceduto da intensi negoziati che lunedì sera sembravano arrivati ​​a un punto morto. Il segretario generale del PS Pierre Jouvet ha deplorato su BFMTV l’assenza di “progressi significativi” e di “garanzia sulla sospensione” della riforma delle pensioni reclamata a gran voce dalla sinistra, considerando che François Bayrou si era fatto “prendere dalla pattuglia” localizzata “alla sua destra”.

L’equazione resta delicata come sempre per il Primo Ministro, impegnato in trattative con la sinistra non melenconista, senza tuttavia inimicarsi i suoi alleati, i repubblicani e anche i macronisti, che alzano la voce di fronte a un possibile taglio delle pensioni.

“Inaccettabile”

Mentre il suo predecessore Michel Barnier aveva tentato invano di ottenere la non censura dell’estrema destra, accogliendo molte delle richieste del Raggruppamento Nazionale, François Bayrou punta questa volta sulla sinistra e in particolare sui socialisti per trovare una via di passaggio .

Senza il voto dei socialisti, La insoumise e la RN non possono rovesciare il governo.

Per tutta la giornata di lunedì l’esecutivo ha intensificato i colloqui. “Danno l’impressione di lottare, ma alla fine è poco”, ha sintetizzato il capo degli ecologisti Marine Tondelier, che ha parlato al telefono con Eric Lombard (Economia), Catherine Vautrin (Lavoro e Salute) e Amélie de Montchalin (Conti pubblici ). “Non ho ancora molti argomenti per non votare a favore della censura”, ha aggiunto.

Anche i leader dei comunisti, tra cui Fabien Roussel, hanno parlato con il signor Lombard. Ma sono stati i socialisti ad animare la giornata, con un incontro di due ore lunedì sera a Matignon che si è concluso con un fallimento. “Mentre vi parlo, le proposte sul tavolo non sono accettabili per il Partito Socialista e ce ne rammarichiamo”, ha affermato Jouvet.

Abbastanza per gettare il PS tra le braccia della censura, dato che martedì gli Insoumi presenteranno sicuramente una mozione, sulla scia di una dichiarazione di politica generale. Se, a causa del mancato sostegno del Raggruppamento Nazionale al testo della LFI, il governo non dovesse cadere immediatamente, l’incapacità di Bayrou di radunare il PS mette in dubbio la sostenibilità di questo governo che potrebbe, come il suo predecessore, scontrarsi con il muro di votazioni sul bilancio attualmente in fase di negoziazione.

“Il cuore del reattore”

Al centro delle tensioni, i socialisti chiedono che la sospensione della riforma delle pensioni sia effettiva dall’inizio della rinegoziazione della riforma, prevista per sei mesi, e non solo in caso di suo successo.

Se questa rottura fosse tecnicamente fattibile, ciò significherebbe che i nati nel 1963 potrebbero uscire a 62 anni e 6 mesi (con una durata contributiva di 42 anni e un quarto) anziché a 62 anni e 9 mesi (con una durata di 42,5 anni). come previsto. Ma questa sospensione divide il campo presidenziale mentre la destra minaccia di lasciare il governo.

Alcuni sembrano pronti ad accettarlo, come prezzo della stabilità politica, come Yaël Braun-Pivet che ha affermato di “non opporsi in linea di principio” al fatto di “fermare” brevemente la riforma delle pensioni per “riparlarne”. Altri, invece, si oppongono, sostenendone il costo, stimato in circa 3 miliardi di euro solo per il 2024.

“Se domani raggiungessimo il cuore del reattore in termini di rendimento di bilancio di questa riforma, allora metteremmo la Francia, per il piacere della sinistra, in pericolo, soprattutto di bilancio e finanziario”, ha avvertito lunedì sera il ministro Les Républicains de l’Interno Bruno Retailleau.

-

PREV Medvedev soffre contro il thailandese Samrej
NEXT Perché la star si è ritrovata imbrigliata alla Torre Eiffel alle 3 del mattino del giorno prima della cerimonia delle Olimpiadi di Parigi?