il genio della provocazione che ha cambiato la fotografia e la comunicazione

il genio della provocazione che ha cambiato la fotografia e la comunicazione
il genio della provocazione che ha cambiato la fotografia e la comunicazione
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Le foto di Oliviero Toscani erano franchi come lui. Non ha giri di parole, non ha fatto grandi discorsi per dire quello che voleva: lo ha semplicemente detto, così com’era. Là franchising era la caratteristica che più legava l’opera e la personalità di Toscani, somiglianza che emerge chiaramente nel libro autobiografico del 2022 Li ho fatti di tutti i colori. Il fotografo italiano è morto questa mattina, 13 gennaio, in Toscana, circondato dai suoi cari che hanno condiviso sui social la notizia, firmata dalla moglie Kirsti e dai figli. Fotografo, pubblicista, genio della provocazione : Oliviero Toscani ha lasciato il segno nella storia della comunicazione, influenzando la vita e i successi di tutti i personaggi, le riviste e i marchi per i quali ha lavorato. Da Andy Warhol a Fellini, da Benetton a Fiorucci, il lavoro del fotografo ha segnato gli anni ’80 e ’90, insegnando cosa significa alle generazioni successive colpire il pubblicoprovocare non per piacere, ma per trasmettere un messaggio. Lui stesso lo ha detto “Un’immagine non cambia il mondo, ma può farlo pensare. Questo è il potere della fotografia. »

Nato a Milano nel 1942, figlio del primo fotoreporter della Corriere della SeraOliviero Toscani pubblica il suo primo scatto 14 anniproprio nel Corriere. Il fotografo aveva accompagnato il padre a Predappio per la sepoltura di Mussolini dove, durante la cerimonia, era rimasto colpito dall’espressione della moglie del dittatore. IL ritratto di Rachele Mussolini è la prima opera di Toscani condivisa con il pubblico, segno della visione tagliente dell’artista che segnerà una carriera lunga sessant’anni. Negli anni ’60, dopo aver studiato fotografia alUniversità delle di Zurigoha effettuato la sua prima campagna per il cornetta Algida – tre ragazzine che gustano un gelato in tandem – poi inizia a collaborare assiduamente con riviste come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar et Scudiero. Il confine tra pubblicità ed editoriale è sfumato nelle opere di Toscani: ogni immagine è intrisa di un tema sociale, ogni scatto un chiaro dipinto di problemi socio-politici che afflissero i tempi in cui furono stampati.

Oliviero Toscani ottiene riconoscimenti internazionali con campagne Benettonun brand italiano nato negli anni ’50, noto per i suoi maglioni di lana colorati. Da un prodotto semplice come un cardigan, Toscani ha creato nel 1982 un universo completamente nuovo per il marchio attraverso campagne che continuano a sorprendere più di quarant’anni dopo: con lo slogan Tutti i colori del mondoil fotografo vede nei colori vivaci della Benetton un pretesto per farlo celebrare la diversità e criticare il razzismo, l’omofobia e le guerre di religione. Il bacio tra una suora e un prete, la donna nera che allatta un bambino bianco, i cuori” bianco, nero, giallo » e preservativi in ​​riferimento all’epidemia di AIDS sono alcune delle opere più memorabili di Toscani, frutto di un’acuta coscienza artistica capace di comprendere il potere politico della pubblicità anni prima dei suoi colleghi.

Il lavoro di Toscani non si è limitato ai brand di moda e alle riviste di lifestyle: oltre ad aver fotografato personaggi di fama internazionale come Andy Warhol, John Lennon, Muhammad Ali, Federico Fellini, Mick Jagger, Lou Reed e Patti Smith, il fotografo ha anche sostenuto l’Italia comuni con campagne come « Banane e piselli » nel 2009 una campagna contro le molestie per la città di Bolzano, e « Non uccidere » nel 2004, a favore della sicurezza stradale. Negli anni ’90 ha lanciato la rivista Coloriper approfondire i temi e le questioni sociali precedentemente discusse con Benetton: Toscani ha condannato il era in KosovoioanoressiaIL pena di morte e il guerre di religione. Nel 2004 fonda a Pisa la Sterpaia, centro di ricerca sulla comunicazione moderna che ospita laboratori e workshop di fotografia, regia, grafica e scrittura con tutor esperti. Nel corso della sua carriera, il fotografo ha difeso attivamente la sua visione politica, esprimendola pubblicamente il suo disaccordo con il governo Meloni nel 2023. Nel corso degli anni è stato chiamato in tribunale più volte, dal caso del 2000 in cui il Missouri lo accusò di rappresentare in modo ingannevole i detenuti nel braccio della morte a quello in cui Milano lo condannò a una multa di 4.000 euro per aver Criticava la Chiesa durante un episodio di La zanzara. Accusato anche di misoginia per la sua presa di posizione contraria all’uso del corpo femminile nella pubblicità, Toscani ha, dagli anni Sessanta a oggi, fatto emergere davvero la pubblicità shock dell’obiettivo fotografico. Delle sue immagini provocatorie si parla ancora oggi; si parlerà sempre del suo approccio analitico e insolente alla vita.

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