Di Maryse Dumas, sindacalista
Per quattordici anni, dal 1967 al 1981, Ménie Grégoire ha condotto un programma radiofonico quotidiano su RTL. Per la prima volta la parola viene data alle donne, a tutte le donne, quelle anonime, quelle che non vengono mai ascoltate, quelle che non osano esprimersi. Lo spettacolo va in onda tutti i giorni alle 15:00, un orario in cui i mariti sono al lavoro, i bambini fanno un pisolino o sono a scuola e le faccende domestiche sono in leggera pausa. Costruito attorno alle testimonianze delle donne, costituisce una triplice innovazione. Da semplice ascoltatore passivo, il pubblico diventa attore dello spettacolo. Sono le parole delle donne, spesso provenienti da contesti operai, ad essere raccolte anche se sono quasi inesistenti nello spazio pubblico. Affrontano argomenti intimi, ancora tabù nelle famiglie e nella società.
“Metà della Francia aspetta ancora il telefono e l'altra metà il segnale acustico”, è la posta che raccoglie le confidenze delle donne. Le lettere, almeno alcune, vengono lette in onda, preservando l'anonimato degli autori. Ménie Grégoire risponde loro nello spettacolo. Li consiglia e li incoraggia ad esprimersi dal profondo di se stessi, senza tabù. Non dà loro lezioni, non dà loro la morale. Li ascolta, li valorizza, li comprende. Gli ascoltatori si riconoscono in ciò che viene detto dagli altri. Le lettere si moltiplicano: 5.000 lettere verranno lette, almeno per estratti, in onda ma altre decine di migliaia arrivano in sacchi interi in stazione. Conservati e archiviati, per la maggior parte, danno ora luogo a studi sia storici che sociologici.
Essi testimoniano il vissuto intimo delle donne in un momento di profondi cambiamenti della loro condizione: ingresso massiccio nel lavoro retribuito, inizio della contraccezione e dell'aborto, trasformazione dei rapporti di coppia e familiari, rivendicazioni di uguaglianza in tutti i campi. Come un assaggio dei nostri attuali social network, altre lettere si ribellano, insultano, minacciano Ménie Grégoire, dimostrando la profondità della resistenza all'emancipazione delle donne. Un libro recente, “L'ora delle donne”, ripercorre questo periodo e permette di farne il punto. È un romanzo, non un saggio né una biografia, ma un po' tutto questo allo stesso tempo. L'autrice è Adèle Bréau, nipote di Ménie Grégoire.
Intreccia tre storie: quella di Ménie Grégoire e la trasformazione che avviene in lei, nella sua vita e in quella della sua famiglia, man mano che lo spettacolo si sviluppa; quella di due donne provenienti da ambienti operai le cui vite verranno sconvolte. Infine, la terza storia è quella del narratore, nostro contemporaneo, la cui vita personale nell'era di MeToo riecheggia e amplia gli sviluppi compiuti dalla generazione precedente. Questo romanzo molto ben scritto ci fa percepire i profondi cambiamenti avvenuti nella società francese in quegli anni, quando il privato diventava politico e le donne erano protagoniste dei propri destini. Ménie Grégoire, “la donna più ascoltata in Francia”, è lei stessa coinvolta nel movimento. Nata nel 1919, cresciuta in un ambiente piuttosto borghese e cattolico, ammise nel 1973 di aver cambiato radicalmente il suo punto di vista sull'aborto a causa del numero e del contenuto delle testimonianze ricevute al punto che sembrava impossibile rifiutarla ulteriormente legalizzazione.
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