Testimonianza di fede. Il prezzo delle parole

Testimonianza di fede. Il prezzo delle parole
Testimonianza di fede. Il prezzo delle parole
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“Diventa giornalista… Per finire nella sezione cani schiacciati!” » Quando, da adolescente, raccontai a mio padre, un uomo silenzioso e di principio, del mio desiderio di diventare giornalista, la sua risposta fu clamorosa. Ho messo sotto il tappeto la mia passione per l'attualità, gli eventi sociali, la geopolitica e la religione, per diventare qualche anno dopo rappresentante commerciale nell'azienda di mio padre. L'avrei ripresa, io, l'unico figlio maschio? Il mio matrimonio, a 21 anni, non gli è piaciuto. Mia moglie, comprendendo la difficoltà di questo rapporto padre-figlio, mi ha incoraggiato a non sostituirlo.

Lontano dalla pratica cattolica da adolescente, intorno ai trent'anni sono tornato a una fede impegnata nel protestantesimo. È stato papà, un onesto credente, a trasmettermi i valori cristiani. Fu tagliente: “Tu, ovviamente, l’uomo di paglia*…”. Quando, dopo il divorzio, mi risposai, mi fece notare, davanti alla mia futura moglie, che avrei fatto bene a stare attento, perché il precedente matrimonio è finita male.

Da bambino non soffrivo del carattere di papà. Ma un silenzio degno di quello descritto da Vercors in Il silenzio del mare si è stabilito tra noi. Ci vedevamo spesso però. I suoi nipoti lo riempivano di orgoglio e lo adoravano. Ma a casa ha parlato con le altre persone presenti e io non ho potuto parlare con lui.

Gli anni sono passati. E poi, pochi giorni prima di Natale 2019, ha avuto un ictus. Non si alzava più, non riconosceva più mia moglie, dimenticava i nomi dei suoi nipoti. Le mie domande, a risposta aperta, affinché lui potesse esprimersi, erano sforzi inutili. A marzo avevo la sensazione che papà ci avrebbe lasciato. Anche se non chiedo mai nulla al Signore per me, Lo ho pregato di darmi la forza di rompere il ghiaccio prima che fosse troppo tardi. Una domenica pomeriggio, durante una visita di famiglia, approfittai del momento della partenza per ritornare nella sua stanza, da sola. Gli ho preso la mano. Chinandomi su di lui, lo baciai e gli sussurrai all'orecchio: “Ti amo, papà. » Pochi giorni dopo è morto, senza che ci vedessimo più. Toccava a me, figlio, compiere questo atto di riconciliazione. Ringrazio Dio per questo. Oggi coltivo rapporti affettuosi con i miei figli. Conosco il prezzo.

* Termine dispregiativo per designare un protestante.

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