In una risoluzione adottata martedì con 157 voti a favore, otto contrari (tra cui Stati Uniti, Israele, Ungheria) e sette astensioni nell’ambito della revisione annuale della questione palestinese, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) “ha riaffermato il suo fermo sostegno, in conformità con il diritto internazionale, all’accordo che prevede che due Stati, Israele e Palestina, vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, entro confini riconosciuti sulla base di quelli prima del 1967”.
Insistendo sulla necessità di impegnarsi “negoziati credibili” Per quanto riguarda il processo di pace in Medio Oriente, l’Assemblea ha deciso di convocare una riunione a New York nel mese di giugno “conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione dei due Stati”che sarà copresieduto da Francia e Arabia Saudita.
Fino ad allora il testo invita le parti a farlo “agire in modo responsabile” per invertire “tendenze negative, comprese eventuali misure adottate in violazione del diritto internazionale”. Più specificamente, l’Assemblea lo chiede ancora una volta “i diritti inalienabili del popolo palestinese, primo fra tutti il diritto all’autodeterminazione e il diritto a creare uno Stato indipendente, sono realizzati”.
Sulla base delle recenti decisioni della Corte internazionale di giustizia, si richiede anche che Israele “porre fine alla sua presenza illecita nei territori palestinesi occupati il più presto possibile” e cessare ogni colonizzazione. L’ONU considera occupati tutti i territori palestinesi – Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza.
Nonostante il suo ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza nel 2005, Israele è considerato dal diritto internazionale la potenza occupante di questo territorio conquistato durante la guerra arabo-israeliana del 1967. Si tratta di una risoluzione dell’Assemblea Generale del 1947 che divise la Palestina, allora sotto mandato britannico, in due stati indipendenti, uno arabo, l’altro ebraico, e una zona internazionale intorno a Gerusalemme. Ma solo la creazione di Israele venne poi proclamata, il 14 maggio 1948, provocando una guerra tra il nuovo Stato e diversi paesi arabi.
“L’occupazione deve finire”ha insistito l’ambasciatore palestinese all’ONU, Riyad Mansour, accusando il governo israeliano di volere “distruggere e sfollare la popolazione per annettere la terra”. “Ciò condanna il popolo palestinese, il popolo israeliano e la nostra regione a una serie di guerre che possono e devono essere prevenute”ha aggiunto.