Siria: perché l’Iran accusa Israele e Stati Uniti di aggravare la crisi?
La recente escalation in Siria ha riacceso le tensioni geopolitiche, con accuse dirette dell’Iran verso Stati Uniti e Israele. Secondo Teheran, l’avanzata dei gruppi ribelli in Siria, in particolare nelle province di Aleppo e Idlib, è il risultato di un deliberato coordinamento tra Washington, Tel Aviv e gruppi jihadisti come Hayat Tahrir al-Sham (HTS).
Alla fine di ottobre, l’HTS, una coalizione ribelle a maggioranza sunnita, ha effettuato un’offensiva lampo, prendendo il controllo di vasti territori, comprese le aree strategiche di Aleppo. Questa rapida avanzata ha sorpreso il regime siriano e i suoi alleati iraniani, costringendoli a mobilitare rinforzi per contenere l’avanzata verso Hama, città chiave sulla strada che porta a Damasco. Nonostante i ribelli siano ormai arginati alle porte di Hama, l’Iran ha subito reagito denunciando un “complotto” orchestrato da Stati Uniti e Israele.
Secondo Abbas Araghchi, ministro degli Esteri iraniano, gli attacchi dei ribelli sono sincronizzati con gli sviluppi in Libano, compreso un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Per l'Iran, questo coordinamento tra eventi regionali e offensive militari in Siria sarebbe la prova della collusione tra i “nemici tradizionali” di Teheran: Israele e Stati Uniti.
Il presunto obiettivo? Destabilizzare il regime siriano e indebolire le forze filo-iraniane, in particolare Hezbollah, in una strategia più ampia volta a isolare l’Iran. Araghchi ha sottolineato l'importanza del contesto regionale, affermando che la sconfitta di Hezbollah da parte di Israele avrebbe incoraggiato i gruppi ribelli a lanciare il loro attacco.
Sebbene siano assenti prove di un coinvolgimento diretto israeliano o statunitense nell’offensiva HTS, l’Iran insiste sul desiderio condiviso di “trarre profitto dal caos” in Siria. Per Tel Aviv, però, la situazione è fonte di preoccupazione. Il vuoto lasciato dall’indebolimento del regime siriano potrebbe essere sfruttato dalle milizie filo-iraniane, creando una minaccia diretta ai suoi confini.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la loro presenza nella Siria orientale, insieme alle Forze Democratiche Siriane (SDF) a maggioranza curda, mira principalmente a combattere lo Stato Islamico (IS). Ma per l’Iran, questa presenza costituisce un ostacolo strategico, che cerca di rimuovere utilizzando l’attuale crisi come leva.
In questo contesto, Ankara appare come un potenziale partner per Teheran. La Turchia, che considera i curdi una minaccia, condivide l’obiettivo iraniano di vedere indebolite le SDF. Approfittando dell’offensiva HTS, la Turchia ha intensificato le proprie azioni contro le forze curde in Siria. Questa convergenza di interessi potrebbe rafforzare l’alleanza tra Iran, Turchia e Russia nel quadro del processo di pace di Astana.
Araghchi ha confermato le discussioni con il presidente siriano Bashar al-Assad e le consultazioni in corso con Turchia e Russia. A Doha è previsto un incontro dei ministri degli Esteri dei tre paesi, segno della volontà di coordinare ulteriormente gli sforzi per stabilizzare il regime siriano e respingere le influenze straniere.
Per l’Iran, accusare Israele e gli Stati Uniti di essere dietro l’escalation in Siria è tanto una strategia di comunicazione quanto un tentativo di legittimare i suoi interventi sul terreno. Puntando il dito contro i “cospiratori esterni”, Teheran spera di rafforzare il suo sostegno regionale e giustificare la sua presenza militare in Siria.
La situazione resta tuttavia fragile. Qualsiasi ulteriore escalation potrebbe portare allo scontro diretto tra le forze opposte, trasformando la Siria in un campo di battaglia per potenze straniere con interessi divergenti. Per ora l’Iran appare determinato a difendere le proprie posizioni, mentre Israele e Stati Uniti monitorano attentamente ogni mossa.
In questa guerra dalle molteplici sfaccettature, la ricerca dell’equilibrio rimane una sfida importante per tutti gli attori coinvolti. Il minimo passo falso potrebbe causare un’esplosione di violenza con conseguenze imprevedibili per la regione e oltre.
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