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Niger. La giunta prende il controllo della filiale mineraria del colosso francese Orano

Niger. La giunta prende il controllo della filiale mineraria del colosso francese Orano
Niger. La giunta prende il controllo della filiale mineraria del colosso francese Orano
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Lo specialista francese di uranio Orano ha affermato mercoledì che le autorità nigerine hanno “preso il controllo operativo” della sua filiale mineraria in Niger, un nuovo episodio di stallo con la giunta al potere in questo paese del Sahel.

Il consiglio di amministrazione della Somaïr, la Société des mines de l'Aïr, è posseduto al 64,3% da Orano e al 36,6% dallo Stato del Niger. Ma il regime militare salito al potere con un colpo di stato nel luglio 2023 ha fatto della sovranità la sua priorità, in particolare sulla questione dell’uranio.

A giugno ha ritirato per la prima volta a Orano (ex Areva) il permesso di esercizio del mega giacimento di Imouraren e delle sue riserve stimate in 200.000 tonnellate.

Orano mette in guardia da mesi sulle ingerenze

Poi, a fine ottobre, la società francese ha annunciato che, di fronte a una situazione “gravemente degradata”, la sua filiale avrebbe “sospeso” la produzione a partire dal 31 ottobre, perché non poteva “continuare a lavorare” nel paese.

“Da diversi mesi Orano mette in guardia sull'ingerenza che il gruppo sperimenta nella governance di Somaïr, di cui è azionista di maggioranza e operatore in Niger”, sottolinea il gruppo francese nel suo comunicato stampa di mercoledì.

“In effetti, le decisioni prese nei consigli di amministrazione della società non vengono più applicate e, infatti, Orano constata oggi che le autorità nigerine hanno preso il controllo operativo”, continua.

Il 12 novembre il consiglio di amministrazione di Somaïr ha approvato la sospensione delle spese legate alle attività estrattive. Ma pochi giorni dopo, una delegazione di consiglieri del regime ha visitato le miniere di Somaïr, nel nord del Niger, per congratularsi e incoraggiare gli agenti a continuare lo sfruttamento.

Bloccati 300 milioni di euro

In totale, sono attualmente bloccate 1.050 tonnellate di concentrato di uranio delle scorte 2023 e 2024, ovvero quasi la metà della produzione media annua del sito, per un valore di mercato stimato di “300 milioni di euro”, secondo il gruppo di cui il capitale è posseduto al 90%. da parte dello Stato francese.

Questo episodio illustra le tensioni tra il Niger e l’ex potenza coloniale francese alla quale il regime militare ha voltato le spalle da quando è salito al potere.

Niger: 4,7% della produzione mondiale di uranio

L'uranio, tuttavia, potrebbe interessare altri paesi: a novembre, il ministro delle Miniere del Niger, Ousmane Abarchi, ha invitato le aziende russe a esplorare e sfruttare le risorse naturali del paese.

Secondo i dati 2021 dell’Agenzia di approvvigionamento Euratom (ESA), il Niger fornisce il 4,7% della produzione globale di uranio naturale, molto dietro al Kazakistan (45,2%).

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