Par
Antonio Sauvetre
Pubblicato il
4 dicembre 2024 alle 16:12
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Il giudice del tribunale amministrativo di Caen ha licenziato i genitori di uno studente di Liceo Scientifico Alençon (Orne), che lo aveva sequestrato il 28 ottobre 2024 nell'ambito di una “libertà rinviata”, un procedura di estrema emergenza inteso a censurare attacchi “gravi” e “manifestamente illegali” alle “libertà fondamentali” sancite dalla Costituzione.
Escluso un giorno dopo un litigio
In questo caso, i ricorrenti volevano impedire al preside dello stabilimento escludere il figlio “per un giorno” e, al contrario, “ingiunzione” di accoglierlo al liceo.
Questo studente è stato infatti accusato di essere stato “coinvolto” in “a combattimento iniziato all’interno dello stabilimento e continuato all’esterno”.
Suo padre ha finalmente sporto denuncia l'8 ottobre 2024 per “aggressione” al commissariato di Alençon.
“Grave violazione del suo diritto all’istruzione”
“Ricordare che nostro figlio si è comportato in modo inappropriato in giro per lo stabilimento […] mentre lui stesso lo era vittima di un attacco fisico e verbale da un altro studente […]il preside ha […] ha provocato nei suoi confronti un'aggressione grave e manifestamente illegale diritto ad essere istruiti “, hanno sostenuto la coppia al tribunale amministrativo.
“La privazione di un bambino di ogni possibilità di beneficiare dell'istruzione scolastica […] rischia di costituire un attacco grave e manifestamente illegale ad una libertà fondamentale […] idoneo a giustificare l’intervento del giudice […] soggetto a un'emergenza particolare», ha affermato in via generale il magistrato di Caen in un'ordinanza del 30 ottobre 2024 appena resa pubblica.
“Normale proseguimento degli studi”
Ma «in questo caso» i genitori «non dimostrano in alcun modo che il provvedimento di esclusione adottato nei confronti del figlio, per un periodo limitato ad un giorno, rimetterebbe seriamente in discussione la normale proseguimento dei suoi studi per l'anno scolastico in corso.
Inoltre, “il provvedimento […] non priva l’interessato della possibilità di recuperare le lezioni perse.”
In queste condizioni, “la decisione impugnata non può essere considerata lesiva del diritto all'istruzione del figlio. »
La richiesta è stata quindi “respinta in tutte le sue conclusioni”.
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