una tecnologia tutt’altro che obsoleta

una tecnologia tutt’altro che obsoleta
una tecnologia tutt’altro che obsoleta
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Sebbene la caldaia a gas naturale sia apprezzata da molte famiglie per la sua praticità e il suo costo accessibile, viene spesso criticata per il suo ruolo nelle emissioni di CO2. Questa situazione suggerisce che i suoi giorni sono contati. Tuttavia, sembra prematuro scrivere il suo elogio.

In Belgio, la caldaia a gas naturale resta essenziale. Più di sei famiglie su dieci lo utilizzano per riscaldare la propria casa. Negli ultimi dieci anni il Paese ha registrato 400.000 nuovi allacciamenti alla rete del gas, portando il totale a 3,6 milioni.

Secondo Didier Hendrickx, esperto di Gas.be, “fino al 2022, in Belgio venivano installate circa 200.000 caldaie a gas ogni anno. Nel 2023, a causa della crisi energetica, le vendite sono scese a 160.000 unità, ma quest’anno sono aumentate del 5%. Vendiamo ancora quattro volte più caldaie a gas rispetto alle pompe di calore. »

Elettricità, troppo costosa per convincere

Questo ritorno della caldaia a gas contrasta con gli obiettivi climatici del Belgio, che punta alla neutralità del carbonio entro il 2050. Il riscaldamento degli edifici rappresenta ancora un terzo delle emissioni di carbonio. Allora perché questa soluzione rimane così apprezzata rispetto ad alternative più ecologiche come la pompa di calore? La risposta è soprattutto finanziaria.

Nonostante l’efficienza energetica da tre a quattro volte superiore a quella delle caldaie a gas, la pompa di calore soffre di costi elevati: l’elettricità costa molto di più del gas e l’investimento iniziale è da tre a quattro volte superiore. Nel breve termine, questi elementi rendono la caldaia a gas più redditizia, anche se il suo impatto ambientale è sfavorevole.

Una transizione ancora incerta

Negli anni a venire la situazione potrebbe cambiare. L’Europa prevede di introdurre una tassa sul carbonio a partire dal 2027, che potrebbe aumentare di 700 euro la bolletta annuale per le famiglie riscaldate a gas naturale.

Nelle Fiandre le misure fiscali mirano a ridurre le tasse sull’elettricità e ad aumentare quelle sul gas. “È essenziale adottare un trasferimento fiscale: più alte sono le emissioni di carbonio, più alte dovrebbero essere le tasse”, spiega Stéphane Bocqué, portavoce della FEBEG (Federazione belga dei fornitori di energia).

Per rendere le pompe di calore più competitive, il costo dell’elettricità dovrebbe essere limitato a 2 o 2,5 volte quello del gas, come calcolato dal regolatore CREG e dal centro VITO-Energyville. Oggi questo rapporto è lungi dall’essere raggiunto.

Nessun divieto imminente delle caldaie

Dal 2025 saranno vietati nuovi allacciamenti al gas naturale per i nuovi edifici e i corrispettivi di allacciamento verranno adeguati al loro costo effettivo. L’Europa sta valutando la messa al bando totale delle caldaie fossili entro il 2040, ma l’obiettivo sembra ambizioso. “Un divieto è improbabile, perché non tutte le case sono adatte per una pompa di calore”, spiega Kris De Wit, esperto di Gas.be.

In altri paesi come i Paesi Bassi o la Germania, misure simili sono state attenuate dopo forti proteste, con le famiglie che preferiscono mantenere soluzioni di riscaldamento conosciute e accessibili.

Il ruolo del gas verde e delle soluzioni ibride

Per estendere l’uso delle caldaie a gas sta emergendo un’alternativa: sostituire il gas fossile con gas verde, come il biometano o i gas sintetici a base di idrogeno. In Belgio, il biometano sta già iniziando a essere immesso nella rete, offrendo la prospettiva di una maggiore sostenibilità.

Inoltre, la pompa di calore ibrida potrebbe diventare una soluzione intermedia o finale per molte famiglie. Questo sistema combina una pompa di calore per le esigenze standard e una caldaia a gas per le richieste di punta. Una tale combinazione ridurrebbe il consumo di gas del 66% e le emissioni di carbonio del 35%.

(Immagini Getty)

Una sfida colossale entro il 2050

Raggiungere la neutralità climatica nell’edilizia abitativa belga entro il 2050 rimane un’impresa gigantesca. Sarebbe necessaria la ristrutturazione di 85.000 case all’anno, un obiettivo difficile da raggiungere data la mancanza di manodopera e l’attuale basso tasso di ristrutturazione. La Banca nazionale stima che il costo totale per rendere efficienti dal punto di vista energetico gli immobili belgi ammonterà a 350 miliardi di euro.

Se l’emergenza climatica ci spinge ad accelerare la transizione, molte famiglie non hanno i mezzi per investire in soluzioni costose, siano esse pompe di calore o ristrutturazioni energetiche. Questo aspetto sociale della transizione energetica richiede risposte politiche chiare e aiuti adeguati.

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