Essere tifoso del PSG non significa accettare tutto, soprattutto quando proviamo una forma di disprezzo verso la nostra passione e il nostro impegno. Fin dall’inizio della stagione abbiamo creduto in questo nuovo progetto, quello che la dirigenza ci ha venduto come un promettente rinnovamento. Siamo stati pazienti, abbiamo dato tempo. Ma sia chiaro: questa pazienza non è infinita.
Luis Enrique ha recentemente dichiarato: Quello che posso garantire è che i giocatori che vestiranno la maglia del Paris Saint-Germain daranno il massimo in campo”. Ieri sera, però, queste parole suonavano come uno scherzo. Aprendo i conti molto rapidamente, ci aspettavamo una grande serata, una prestazione che riflettesse il progresso sperato e preparasse idealmente la prossima decisiva partita contro il Salisburgo. Ma no. Invece abbiamo assistito a una squadra che si spegneva minuto dopo minuto, giocando con una disinvoltura esasperante, perdendo duelli come se non gli importasse nulla del risultato. E per finire, uno sconosciuto portiere avversario si è lasciato brillare davanti ai nostri occhi, diventando quasi la star della serata. La post-equalizzazione è stata una tortura.
Dov'era il personaggio? Dov'era questa rabbia, questa rabbia che di solito trascina giocatori e tifosi fino alla fine? Niente. Il vuoto. Nessuna reazione degna del club che amiamo. Quindi sì, possiamo criticare l'allenatore, lo abbiamo già fatto in passato, ma questa volta puntiamo il dito sui giocatori. Indossare questa maglia impone delle responsabilità: difenderla, bagnarla, lottare per l'onore del PSG. I primi fischi sentiti al Parco dei Principi non sono un tradimento dei tifosi. Sono legittimi. Questo club è il nostro orgoglio, la nostra passione e pretendiamo che venga rispettato in campo. Se la pazienza è una virtù, ha anche dei limiti. E perché continui, abbiamo bisogno di fatti, non solo di parole.
Se parliamo di mercato, come ci piace fare in ogni periodo, è tempo che il PSG si concentri su una priorità essenziale: reclutare giocatori in grado di gestire questo talento giovanile. Giocatori che portano la loro esperienza di alto livello, che danno l'esempio attraverso il loro coinvolgimento, la loro disciplina e la loro capacità di superare se stessi. Questi profili devono diventare i pilastri della nostra forza lavoro, le guide che aiuteranno i nostri giovani germogli a crescere e a raggiungere il loro pieno potenziale. Questo è quello che manca oggi: leader in campo, ma anche nello spogliatoio. Giocatori capaci di instillare una mentalità vincente, trasmettere i valori del club e portare questa squadra ad un nuovo livello.
Ma attenzione: non vogliamo mercenari che vengono semplicemente per incassare un grosso assegno o ampliare il proprio curriculum senza alcun impegno reale. Vogliamo giocatori che diano il 100%, uomini pronti a dare tutto per questa maglia, a lottare su ogni pallone e ad incarnare l'eccellenza che questo club merita. E’ qui che risiede il futuro del PSG. Costruire attorno a questi giovani promettenti, sì, ma assicurandosi che siano ben supportati. Il talento da solo non basta: servono esempi da seguire, giocatori che indichino la strada. Questa è la visione che deve adottare il PSG.