“Siamo nei guai, ma c’è gente che vuole parlare e non sospettiamo”

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Di Henri Rouillier

pubblicato su 30 giugno 2024 alle 9:00Aggiornato 30 giugno 2024 alle 14:41

Un angolo di strada, sedie e un orecchio attento, questo è il principio delle cuffie da strada, nate negli Stati Uniti nel 2014. MANON MOLESTI PER “I NUOVI OBS”

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Reportage A Parigi, una volta al mese, degli psicoterapeuti si stabiliscono a Barbès per offrire volontariamente momenti di ascolto a persone che probabilmente non avrebbero mai varcato la porta di un ufficio.

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Pierre* ha uno sguardo gentile, un sorriso franco e uno slogan formidabile. “Ciao, quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti abbiamo ascoltato? » La giovane donna a cui si è appena avvicinato si ferma di colpo prima di alzare gli occhi al cielo. “Oh, quello…” L’uomo sulla cinquantina si rimbocca le maniche e si aggiusta la fascia arancione al braccio, sulla quale si leggono tre parole: “ Auricolare da strada ». ” Vuoi parlare di questo ? »ha detto, indicando due sedie di plastica poste una di fronte all’altra sul marciapiede. Troppo tardi, se n’è già andata.

“Spesso ci mettiamo nei guai ma ci sono persone che vogliono parlare di cui non sospettiamo”, dice Laurent, un altro ascoltatore che ha osservato la scena. Un sabato al mese, in una strada del popolare quartiere Barbès, una decina di terapisti come lui prestano ascolto ai passanti del 18° arrondissement di Parigi.

Il gesto è “politico e insolente”spiega Séverine Bourguignon, artista e teatro…

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