“Accadono brutti dibattiti.” Quando l’ex presidente americano Barack Obama è venuto in aiuto del suo ex vicepresidente Joe Biden, la cosa era seria. Anche gli Stati Uniti sono immersi nella corsa alle elezioni e da venerdì tra i democratici regna un po’ di panico. Perché l’attuale presidente Joe Biden, 81 anni, candidato alla rielezione, giovedì sera ha tenuto una prestazione dolorosa durante un dibattito televisivo contro il candidato repubblicano, l’ex presidente Donald Trump. Doloroso perché appariva debilitato, faticava a finire le frasi, quasi disorientato. La valanga di bugie e falsità spiegatagli in faccia da Trump, recentemente condannato dalla giustizia americana per il caso Stormy Daniels, è passata completamente in secondo piano.
Mentre Barack Obama difendeva Biden su X, il New York Times ha preso una posizione storica invitando l’inquilino della Casa Bianca a non ricandidarsi. Questo “ammirevole presidente” non è più in grado di battere Trump, secondo la redazione dell’influente quotidiano. The Atlantic, un altro media americano, ha adottato la stessa posizione: “È ora di andare, Joe”.
Dopo questo dibattito al limite del pathos – i due candidati si sono insultati su chi fosse il migliore… nel golf – le abilità di Joe Biden alimenteranno ora tutte le discussioni fino alla convention del Partito Democratico del 19 agosto. Sostituire Biden nella corsa alla rielezione, è possibile? In ogni caso, il presidente è tornato in campagna elettorale il giorno successivo, riconoscendo di non parlare “così facilmente come prima”, ma respingendo l’idea di un ritiro. L’entourage di Biden cerca di rassicurarsi. D’altra parte, è Trump “il bugiardo” che sta mettendo in pericolo la democrazia americana. E poi novembre è lontano. A quel punto l’impatto disastroso del dibattito sarà ormai svanito. Niente è meno sicuro…
