Tredici anni di carcere per Patrick Gérard, colpevole dell’omicidio di Franck Tamba a Gruissan

Tredici anni di carcere per Patrick Gérard, colpevole dell’omicidio di Franck Tamba a Gruissan
Tredici anni di carcere per Patrick Gérard, colpevole dell’omicidio di Franck Tamba a Gruissan
-

Patrick Gérard è stato condannato dalla corte d’assise dell’Aude a 13 anni di carcere per l’omicidio di Franck Tamba a Gruissan nel luglio 2018. Si è presentato sotto controllo giudiziario dopo aver scontato due anni e mezzo di detenzione.

Il 28 giugno 2024, Patrick Gérard è stato condannato dalla Corte d’assise a 13 anni di carcere per l’omicidio di Franck Tamba commesso a Gruissan il 5 luglio 2018. Il cittadino belga, 67 anni, che viveva su una barca a Port – Gruissan, vietato portare armi per 15 anni e ineleggibile per 10 anni. La Corte, che lo ha riconosciuto colpevole di omicidio, è quindi andata oltre la richiesta del procuratore generale che aveva stabilito una pena di 10 anni di carcere.

Una spiegazione avanzata: la paranoia

In precedenza, durante questa quarta giornata di udienza, il procuratore generale Georges Gutierrez non ha mancato di sottolineare la rarità di un omicidio senza movente, ricordando che Patrick Gérard rischiava 30 anni di reclusione. Nessun movente conosciuto, nessuna spiegazione, sapendo che questi quattro giorni di dibattito si sono scontrati sistematicamente con la mancanza di spiegazioni da parte degli imputati.

Una delle domande centrali riguarda queste perdite di memoria. Sono falsi o veri?“Non penso che siano falsi!” Lo decide il procuratore generale che, alla ricerca del movente, esclude furto e violenza sessuale. Si tratta di un alterco razzista, come suggerisce Thierry, un conoscente trovato al bar Le Sextant? Basandosi sulla testimonianza del compagno che aveva ammesso che Gérard non amava particolarmente gli stranieri, il procuratore generale riprende la testimonianza della cameriera del bar che non ricordava una discussione. E poi i tre complici (l’imputato, la vittima e questo terzo ladro) sono usciti insieme dal bar per bere un ultimo drink sulla barca. No, la spiegazione più vicina alla verità, Georges Gutierrez la trae dall’intervento in videoconferenza tenuto davanti alla Corte dallo psichiatra di Béziers, il dottor Aiguesvives: “Lo psichiatra ci ha dato la chiave! spiega con calma l’avvocato generale. È un disturbo comportamentale, essendo l’alcol una struttura della sua personalità: ne è consapevole e sa che potrebbe arrabbiarsi. Giocava al gatto e al topo con i suoi impulsi, era sempre tentato di bere sapendo che non sapeva come fermarsi. L’amnesia non ha una spiegazione razionale, ha scatenato la paranoia in lui. I suoi rapporti con gli altri sono completamente distorti, ha immaginato chissà cosa. Che era in pericolo per qualche motivo sconosciuto. Ecco perché ha tirato fuori i coltelli!” E l’Avvocato Generale chiarisce il punto: “È un omicidio gratuito legato alla fantasia di Patrick Gérard che pensa che Franck Tamba rappresenti un pericolo da eliminare”.

Altro elemento a sostegno della requisitoria del procuratore generale favorevole alla qualificazione di omicidio: “Le 9 coltellate, tutte dirette al torace. Questo non è banale! Possiamo pensare: se non fosse caduto in acqua sarebbe stato tratto in salvo e non sarebbe morto. Ma alle 5 del mattino la banchina era deserta e le sue possibilità di sopravvivenza erano pari a zero, a meno che Patrick Gérard non avesse lanciato l’allarme. Non può dire di non averlo capito, perché si è tolto i bermuda macchiati di sangue”. Rivolgendosi all’imputato dice: “Hai visto! Avresti potuto chiamare aiuto! Sei responsabile di questi fatti. È davvero un omicidio!” E richiede 10 anni di prigione e controllo medico, giustificandoli con l’età, 67 anni, la personalità di Patrick Gérard con precedenti puliti in Francia e il suo rimorso.

Violenza intenzionale che ha provocato la morte?

Maître Mathieu Montfort ne è stato il portavoce “colui che non ha parole per spiegare”. L’avvocato difensore di Montpellier ha aggiunto “Avrebbe voluto potervi raccontare tutto. Ha pianto. Si vergogna. Patrick Gérard non si è mai tirato indietro, non ha contestato la sua responsabilità nella morte. Avrebbe potuto tacere, mentire in custodia di polizia, scappare, pulisci la barca, metti via i coltelli. Ma no, aspetta di essere arrestato sulla scena cruenta!”

L’avvocato fa rivivere la scena la mattina sulla barca quando Patrick Gérard viene svegliato dalla polizia : “Si alza dopo essere stato colpito a 2,5 g, seminudo, insanguinato, e i gendarmi gli dicono: Guarda tutto questo sangue! Reazione spontanea: dice, facendo corrispondere il suo gesto alle sue parole: Ho litigato, io io ti ho pugnalato, non importa.”

L’avvocato allude al fatto che l’imputato non sapeva ancora che il suo compagno dell’ubriacatura della sera prima era morto. Non aveva ancora visto il corpo galleggiare vicino alla barca. Smontando le argomentazioni sull’intenzione di provocare la morte, elenca: “In le lesioni, né l’intensità, né il numero, né la localizzazione determinano il desiderio di uccidere. Voleva prendere di mira la zona vitale? Insistendo sul tasso alcolico: “a 2,5 g, non raggiunge. Come vuoi riconoscere l’intenzione di uccidere?” “Sii preciso sui fatti, sii onesto con le persone”, ha chiesto l’avvocato ai giurati, citando un suo collega di Tolosa, Maître De Caune, chiedendo la riqualificazione dell’omicidio come violenza intenzionale che ha portato alla morte.

-

PREV L’ondata di consolidamento nel settore petrolifero e del gas statunitense rappresenta un grande vantaggio per i fondi di private equity.
NEXT Giornata mondiale degli UFO: 2 luglio 2024