Si stava preparando per raggiungere i suoi genitori per il fine settimana. Philippine venne ritrovata senza vita nel Bois de Boulogne il giorno dopo la sua scomparsa. Sabato 21 settembre 2024. Il corpo di sotto si nascondeva questo studente diciannovenne un piccolo cumulo di terra ai margini del Bois de Boulogne, non lontano dall'Università Paris-Dauphine dove ha studiato. Chi potrebbe averla aggredita?
“Ci sono diversi testimoni, in particolare una guardia di sicurezza di un luna park situato nel Bois de Boulogne, che spiegano di aver visto un uomo con una maschera chirurgica e un piccone in mano che si dirigeva verso un laghetto del Bois de Boulogne, riferisce Guillaume Poingt, giornalista specializzato in cronaca Figaro. Una prima traccia che non regala nulla.
In definitiva si tratta di un prelievo di denaro “che farà far avanzare molto rapidamente le indagini. IL Viene utilizzata la carta di credito filippina a Montreuil poche ore dopo la sua scomparsa. La polizia sarà in grado di tracciare il profilo del sospettato”, dice Sophie Neumayer, giornalista del dipartimento di polizia e giustizia di RTL. Con l'aiuto della videosorveglianza emerge una sagoma.
Ma non è tutto, ci riescono gli investigatori identificare il numero di telefono di colui che diventerà il principale sospettato: un certo Vuoi Oualida22 anni, di nazionalità marocchina. “Se ne rendono conto questo numero indica il luogo in cui è stato trovato Philippine, spiega l'ospite di L'ora del crimine. Quindi, il sospettato ha avuto cura di spegnere il telefono prima di riaccenderlo, il giorno del suo arresto, ad Annecy.”
Una collaborazione con la polizia svizzera
L'arresto del principale sospettato è appeso a un filo. «Il sospettato arriva in Svizzera, alla stazione di Ginevra. La polizia svizzera è stata molto reattiva. Ricevono informazioni che quest'uomo è ricercato, hanno la sua foto. Uno degli agenti di polizia svizzeri è riuscito a riconoscere Taha Oualidat, aggiungere Sophie Neumayer. Solo che a quel tempo gli svizzeri non avevano un mandato d'arresto. Il poliziotto che lo identifica quindi lo arresta per il reato di soggiorno irregolare. È innanzitutto in questo contesto che lo interrogheranno.”
Lunedì 4 novembre 2024, Taha Oualidat conferma il suo accordo per l'estradizione. Lo è consegnato alla polizia di frontiera due giorni dopo e si trasferì a Parigi. Il principale sospettato viene incriminato “omicidio accompagnato da un altro reato, stupro ripetuto, nonché furto e frode”. Il marocchino resta in silenzio durante questa udienza.
Tracce del DNA, demarcazione telefonica e videosorveglianza, questo insieme di indizi concordanti avrà permesso di risalire a Taha Oualidat. L’uomo non ha ancora riconosciuto i fatti: “Non sono sicuro che gli inquirenti abbiano bisogno delle confessioni, preciso Sophie Neumayer. Ma è sempre meglio che la famiglia e gli inquirenti capiscano”.
“Ci sono ancora parecchie zone d'ombra. Vogliamo sapere cosa è successo con Philippine”, conclude Guillaume Poingt. “L'ha seguita? zona, forse ci sono state altre vittime? Non sappiamo veramente quale sia stato il viaggio di Taha Oualidat dal momento in cui è scomparso dal centro di detenzione all'omicidio di Philippine.” Il sospettato rischia l'ergastolo.
Ospiti di “L'ora del crimine”
– Sophie Neumayer, giornalista del dipartimento di Polizia/Giustizia di RTL.
-Guillaume Pointt, giornalista specializzato in cronaca per Le Figaro.
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