dopo l’esplosione dei gasdotti, in mare si troverebbe ancora una gigantesca quantità di metano

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A due anni dal sabotaggio dei Nord Stream 1 e 2, uno studio tedesco-svedese valuta la quantità di metano disciolta nel Mar Baltico.

Il 26 settembre 2022 si sono udite due esplosioni sospette nel Mar Baltico. I gasdotti Nord Stream 1 e 2, impianti destinati al trasporto del gas e che collegano la Russia alla Germania, sono stati poi interessati da quattro perdite. Un sabotaggio che avviene pochi mesi dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e i cui autori rimangono sconosciuti nonostante diverse inchieste condotte soprattutto dai media che puntano il dito alternativamente contro Stati Uniti, Russia e Ucraina.

Oltre allo shock geopolitico, i ricercatori si sono subito preoccupati delle conseguenze ecologiche di perdite così massicce. In uno studio pubblicato il 19 giugno 2024 sulla rivista Rapporti scientificiRicercatori tedeschi e svedesi rivelano che una grande quantità di metano (CH4) disciolto in acqua.

Infog Nord Stream

Crediti: Laurence SAUBADU, Enric BONET-TORRA / AFP

Metano disciolto discretamente, lontano dalla superficie

Al momento dell’esplosione le condotte non trasportavano effettivamente gas, ma erano ancora piene di gas sotto una pressione di circa 10 megapascal (MPa). Dopo l’incidente del Nord Stream 1, “la pressione è scesa immediatamente da 10 a 0,7 MPa in corrispondenza della breccia”, riferisce lo studio. E le bolle causate dal rilascio di metano fanno scoppiare la superficie dell’acqua per una settimana, provocando il trasferimento di questo gas nell’atmosfera. La quantità rilasciata è ancora dibattuta, ma la stima menzionata in questo studio è di 300.000 tonnellate di CH4 immediatamente rilasciati, di cui 40.000 nell’atmosfera durante la prima settimana successiva all’incidente.

Ma anche il metano è rimasto più discretamente in profondità e si è disciolto nel Mar Baltico, riferisce il gruppo di ricerca che è riuscito ad arrivarci rapidamente. Durante la spedizione, gli scienziati sono riusciti a differenziare il metano naturalmente presente nell’acqua da quello proveniente dall’impianto Nord Stream, grazie a differenze chimiche. […]

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