Qual è il prezzo dei kot in Belgio?

Qual è il prezzo dei kot in Belgio?
Qual è il prezzo dei kot in Belgio?
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L’alloggio rimane la spesa principale per gli studenti dell’istruzione superiore durante i loro studi. Il problema principale: un’offerta largamente insufficiente ad assorbire la domanda, che continua a crescere e spinge al rialzo i prezzi. Bruxelles è il grande punto nero, ma gli affitti stanno effettivamente aumentando ovunque.

Qui, più di 520 euro/mese per 35 mq da condividere, non arredato, escluse spese e commissioni. Ecco 580 euro al mese per un immobile individuale adeguatamente attrezzato ma con quasi 100 euro di spese. Due esempi valloni, presi a caso dagli annunci sui siti di ricerca kot, che la dicono lunga su parte dell’offerta locativa per gli studenti delle scuole superiori. Per non parlare di Bruxelles, dove trovare annunci a 600 o 700 euro non sembra più una sorpresa.

Gli affitti dei cottage, siano essi riferiti ad una semplice stanza o ad una proprietà più confortevole, a volte sono alle stelle. Un carico pesante come uno zaino pieno di programmi, che alcuni non riusciranno a portaremettendo da parte il loro desiderio di emancipazione.

Secondo Kotkompas, uno studio annuale che mappa il mercato belga degli alloggi per studenti, la carenza resta acuta e i prezzi salgono. Negli ultimi quattro anni, i prezzi medi in Belgio sono aumentati da 400 a 470 euro, spese escluse. Aggiungendo i costi, i prezzi delle case sono passati da 469 a 565 euro tra il 2020 e il 2023. Quasi 100 euro in più, per questa media che nasconde prezzi molto diversi, tra offerta pubblica e privata, e anche tra regioni.

Il settore privato mantiene il controllo

Le università che offrono immobili pubblici in affitto portano i canoni praticati verso livelli ragionevoli, ma il settore privato detiene una quota significativa della torta in alcune città. Pertanto detta ancora le sue leggi e i suoi prezzi. Un problema fondamentale, che non risale a ieri, visto il continuo aumento del numero di persone sui banchi delle università e dei licei.

“La situazione resta preoccupante per molti studenti”, lamenta Emila Hoxhaj, presidente della Federazione studentesca francofona (FEF). Dato il continuo e previsto aumento del numero di studenti e senza una maggiore offerta, con un vero piano di investimenti pubblici, gli alloggi continueranno ad essere sempre più inaccessibili per alcuni giovani. Ma offrire un’opportunità a tutti, permettendo loro di seguire un percorso di istruzione superiore, è in realtà un investimento per il futuro”.

In Vallonia, è a Liegi, Louvain-la-Neuve e Namur che si trova proporzionalmente il maggior numero di studenti koter (tra il 30 e il 50%). Nel parco pubblico possono sperare di trovare alloggio per circa 300 euro al mese (a seconda del reddito familiare), in immobili comunitari alle tariffe più convenienti. Un po’ più caro per un monolocale, anche se restare vicino ai 400 euro non è impossibile, spese comprese. Nel settore privato i prezzi medi oscillano sempre più in alto.

Per evitare di affittare a un prezzo ben superiore al mercato, La Vallonia ha stabilito una tabella indicativa per gli affitti studenteschi. Basta avere una visione d’insieme del canone di locazione di una certa tipologia di immobile rispetto ad altri della stessa tipologia.

Lo strumento fornisce inoltre allo studente un’arma aggiuntiva per negoziare potenzialmente con un proprietario-locatore.

Caos a Bruxelles

Le dieci città studentesche più grandi del Belgio rappresentano circa il 90% della popolazione studentesca belga, che supera le 500.000 persone. Bruxelles in testa, con più di 122.000 studenti e circa la metà degli studentilogicamente incontra la maggior parte dei problemi in termini di alloggi.

In un’intervista che ha accompagnato la pubblicazione dell’ultimo Kotkompas, Jean-Christophe Goffard, vicerettore per gli affari studenteschi e sociali dell’ULB, ha riconosciuto che la situazione dell’offerta è problematica nella capitale. “Abbiamo una popolazione di 40.000 studenti che è in aumento da 10 anni e l’offerta di kot continua a restare indietro. […] Gli istituti di istruzione superiore hanno sicuramente un ruolo da svolgere in questo ambito. Innanzitutto informando gli studenti sulle offerte esistenti. Ma anche avviando collaborazioni per incrementare questa offerta”, ha spiegato.

Emila Hoxhaj è d’accordo con questa osservazione. “Con 800 unità abitative in propria gestione per 6.000 richieste, l’ULB ha chiaramente un’offerta insufficiente. Ciò costringe molti studenti a rivolgersi al settore privato della capitale. Ma per coprire i prezzi praticati, diventa fondamentale lavorare di fianco.”

Una situazione tutt’altro che esente da rischi, perché conciliare lavoro e studio a volte richiede di fare delle scelte, come andare a lezione o prestare servizio sul posto di lavoro. La giovane FGTB aveva già messo in guardia qualche settimana fa dal notevole aumento delle persone in cerca di lavoro tutto l’annotemendo per il successo degli studenti e denunciandone la precarietà dilagante.

“Abbiamo bisogno di una vera politica di edilizia pubblica a prezzi accessibili, in buon coordinamento tra i diversi livelli di potere”, sostiene il presidente della FEF. Il diritto alla casa è un diritto di tutti», ricorda.

Sarà inoltre utile ricordare che sono previsti aiuti e riduzioni per determinati studenti, seguendo determinati criteri accademici ed economici. All’ULB le iscrizioni sono già chiuse per il 2024-2025. Altrove, probabilmente non dovresti restare in giro. Uno studente informato…

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