Jean-Luc Mélenchon ritiene che Léon Blum nel 1936 “non fosse al livello” di Manuel Bompard o Mathilde Panot

Jean-Luc Mélenchon ritiene che Léon Blum nel 1936 “non fosse al livello” di Manuel Bompard o Mathilde Panot
Jean-Luc Mélenchon ritiene che Léon Blum nel 1936 “non fosse al livello” di Manuel Bompard o Mathilde Panot
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L’ex candidato presidenziale della LFI Jean-Luc Mélenchon ha assicurato che diventare Primo Ministro “non è un tema esistenziale” per lui, elogiando la capacità del suo campo di formare “leader capaci”.

Fiducia inalterata. L’ex candidato alla presidenza della LFI Jean-Luc Mélenchon assicura di non fare della sua ambizione politica una priorità e loda la capacità del suo campo di creare “leader capaci”, tracciando un parallelo con Léon Blum, alla guida del Fronte popolare nel 1936, sabato giugno 15 in un’intervista su 20 Minuti.

“Matignon non è un tema esistenziale. Non sto costruendo una carriera. I ribelli hanno prodotto leader capaci”, assicura l’ex deputato delle Bouches-du-Rhône, dopo aver detto di sentirsi “capace” di diventare primo ministro.

“Quando Léon Blum divenne capo del governo nel 1936, non era al livello di Manuel Bompard, né di Mathilde Panot o di Clémence Guetté, era un critico d’arte e un leader marxista del Partito socialista”, ritiene.

Una cifra regolarmente menzionata

Jean-Luc Mélenchon non è il primo politico a menzionare Léon Blum, figura del Fronte Popolare, negli ultimi giorni.

L’ex capo della lista pubblica del PS-Place alle elezioni europee Raphaël Glucksmann ha detto di aver avuto “un pensiero nelle ultime 24 ore per Léon Blum”, poco dopo la formazione del Nuovo Fronte Popolare.

Emmanuel Macron, dal canto suo, ha giudicato mercoledì in conferenza stampa che “Léon Blum (deve) rivoltarsi nella tomba” dopo la costituzione del Nuovo Fronte Popolare, che ha definito “indecente”.

“Le nomination a vita non esistono”

Jean-Luc Mélenchon presuppone anche il non reinvestimento di alcuni dirigenti ribelli, come i deputati della Seine-Saint-Denis Raquel Garrido e Alexis Corbière o la deputata del Parigi Danielle Simonnet.

“Le inchieste a vita non esistono. Ma anche la coerenza politica e la lealtà nel primo gruppo parlamentare di sinistra sono un requisito per governare”, assicura.

“Manteniamo la promessa di estendere le candidature agli attivisti sindacali e associativi. Gli altri faranno sicuramente lo stesso, come promesso. Per questo abbiamo dovuto riservare dei posti molto vincenti”, spiega ancora.

“L’accordo è firmato”, dice ancora a proposito del Nuovo Fronte Popolare, che pretende di non mettere in pericolo.

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