Giornata nazionale commemorativa dello storico appello del generale de Gaulle, 18 giugno 2024 – Notizie

Giornata nazionale commemorativa dello storico appello del generale de Gaulle, 18 giugno 2024 – Notizie
Giornata nazionale commemorativa dello storico appello del generale de Gaulle, 18 giugno 2024 – Notizie
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Aggiornato 14/06/2024

Londra, 18 giugno 1940. Londra, capitale dell’Inghilterra e già una Francia un po’ combattiva, ha accolto fin dal giorno prima un generale che non riesce a vedere il suo paese capitolare davanti al nemico. Ha 49 anni e si chiama Charles de Gaulle.

Naufragato per la sconfitta, senza truppe, senza mezzi, senza ancora molto credito. Ma è quando è solo e privato di tutto che si rivela l’essenziale su cui si costruirà tutto il futuro: una fede invincibile nel destino della Francia, una fiducia incrollabile nella vittoria degli Alleati e nella vittoria dei francesi. che sapeva, nel profondo, non avrebbe accettato la sottomissione.

Londra, 18 giugno 1940, 18:00, presso la sede della BBC. Nel mezzo della debacle, nel cuore del crollo più atroce della nostra storia, si leva una voce. Un’autorità forgiata nell’apocalisse. Un francese parla ai francesi. Un discorso ben calibrato, appena 400 parole, pochi brevi minuti che gettano le basi per la ripresa e per esorcizzare il compromesso.

Quel giorno, il generale de Gaulle espresse l’espressione di un rifiuto, un semplice “no”, tre lettere di tale vitalità che la sconfitta non era riuscita a sminuire. No, la Francia non è sola. No, la guerra non è finita. No, non c’è motivo, né nel cuore né nella mente, di accettare l’infame armistizio.

Quella sera, con questo discorso che pochi hanno sentito ma che tanti ripeteranno, il generale ha acceso una scintilla. Una scintilla che ha acceso un fuoco, che alcuni pensavano fosse paglia, e che ha continuato a crescere. Il fuoco sacro divenne inferno, quando anonimi si unirono a loro volta alla Resistenza per soffiare sulle sue braci. Ha risvegliato delle volontà che, prima del 18 giugno, tremavano di indignazione e di libertà, e che si sono sollevate dopo di lui.

I suoi emissari, portatori della fiamma, inizialmente pochi, finirono per formare un esercito. Combattenti delle forze francesi libere, combattenti della resistenza interna di tutti i colori politici, uniti di fronte al pericolo. Gente anonima che nascose un ebreo o un uomo braccato, studenti che tracciarono una croce di Lorena sulle mura della città, gente sconsiderata che depose una corona l’11 novembre. Lo spirito di resistenza sarà ovunque, scaturirà dal vecchio Paese disgregato che la repressione nazista sempre più feroce non potrà più impedire di ricompattarsi.

Tutti questi francesi condividevano una certa idea della Francia e rifiutavano di abbandonarla a coloro che l’avevano invasa. Erano esploratori della libertà che hanno riscattato l’onore di un Paese che altri avevano tradito.

Londra, 18 giugno 1940 e fino alla fine della guerra. Fu in questa città, poi ad Algeri, che il generale divenne l’artefice della resistenza e poi della ricostruzione. Fu lì che scrisse alcuni dei suoi più grandi discorsi ed espresse la sua visione per la Francia. Londra in un’epoca in cui la BBC non è mai stata così francese, Londra dove “lunga vita alla Francia!” » misto ad accento inglese accompagnava le peregrinazioni del generale. Londra è allo stesso tempo ospite e incarnazione del desiderio di resistenza.

Il generale sconosciuto non era più sconosciuto. Era diventato il leader di una Francia in esilio, ma combattiva e libera. Riconosciuto dai suoi alleati anglofoni, unì dietro di sé le truppe dell’impero, quelle che poi si sarebbero distinte a Bir Hakeim e nelle sabbie di Koufra, a Oyonnax e nella macchia mediterranea, intorno al comandante Kieffer e sulle montagne di Monte Cassino , a bordo del Surcouf o della corazzata Richelieu, nello squadrone Normandia-Niemen.

84 anni fa, scrivendo con ardore il suo discorso nell’anonimato di un pomeriggio estivo, il generale de Gaulle scriveva anche il nostro destino, e la nostra storia.

In questo giorno, in cui la Nazione riconoscente commemora l’80° anniversario dello Sbarco e della Liberazione, a lui, ai suoi compagni e a tutti coloro che lo hanno unito e seguito si esprime la nostra gratitudine. Insieme hanno espresso un’idea semplice, ma coerente con ciò che è la Francia: che nulla può esistere o rimanere senza libertà.

Viva la Repubblica!

Lunga vita alla Francia !

Messaggio di Patricia MIRALLES
Segretario di Stato presso il Ministro delle Forze Armate, responsabile di
Veterani e memoria

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