Nuovi aiuti militari francesi all’Ucraina, un’escalation calcolata

Nuovi aiuti militari francesi all’Ucraina, un’escalation calcolata
Nuovi aiuti militari francesi all’Ucraina, un’escalation calcolata
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Non soffermiamoci sulle definizioni, è ovviamente un’escalation. Gli annunci di Emmanuel Macron ieri sera nella sua intervista televisiva alzano di parecchi gradi il livello dell’impegno francese in Ucraina: questo è dato per scontato, e la presenza del presidente Volodymyr Zelenskyj sul suolo francese, nel quadro simbolico delle commemorazioni dello sbarco, conferisce loro ulteriore solennità .

Fornitura all’Ucraina di aerei Mirage 2000-5, e soprattutto addestramento, probabilmente in territorio ucraino, di una brigata ucraina di 4.500 uomini… questi gesti si aggiungono a quello di otto giorni fa, quando Parigi aveva dato il via libera alla l’uso dei missili Scalp francesi per colpire obiettivi militari sul territorio russo.

A ciò si aggiunge la fornitura all’Ucraina di bombe AASM di fabbricazione francese che potranno essere lanciate ora dagli aerei Mig ucraini e domani dai Mirage. Anche in questo caso sono consentiti obiettivi sul territorio russo.

Non vi è alcuna vera sorpresa in questa accelerazione. Il presidente ha dato il segnale il 26 febbraio, dopo un incontro sull’Ucraina a Parigi. Febbraio, la tempistica non è dovuta al caso.

All’inizio dell’anno, gli alleati dell’Ucraina temevano sinceramente il peggio, una svolta russa o un collasso dell’Ucraina. In questione, il fallimento dell’offensiva ucraina dello scorso anno, la riorganizzazione dell’esercito e dell’industria della difesa russa e, soprattutto, l’incapacità dell’Occidente di fornire all’Ucraina le armi per mantenere la linea. Le incertezze politiche in Europa, e soprattutto negli Stati Uniti, hanno fatto il resto.

Oggi la situazione è considerata grave, ma non così allarmante come all’inizio dell’anno. Non c’è più catastrofismo; soprattutto da quando in Europa e negli Stati Uniti sono state stanziate ingenti risorse finanziarie per aiutare Kiev. Gli Stati Uniti stanno inoltre adottando precauzioni per mitigare l’impatto di una possibile elezione di Donald Trump.

Questo contesto spiega l’aumento del sostegno francese, ma anche quello americano, britannico e persino tedesco, nonostante le esitazioni del cancelliere.

Come reagirà la Russia? Ci poniamo questa domanda sin dal primo fucile consegnato all’Ucraina, dopo l’invasione. Emmanuel Macron ha voluto rassicurare, rifiutando la parola escalation e ricordando che l’Ucraina è un Paese sovrano che ha il diritto di chiedere aiuto.

Tuttavia, l’arresto vicino a Parigi di un russo-ucraino sospettato di preparare un attentato, e quello di un francese a Mosca, preannunciano un periodo turbolento, quello di una “guerra ibrida” molto più che di minaccia diretta.

La Francia sta attenta a non avanzare troppo da sola. L’annuncio degli attacchi sul territorio russo è stato seguito da un annuncio simile di Joe Biden; e agli F-16 olandesi e danesi che presto arriveranno in Ucraina si aggiungono i Mirage francesi. Possiamo scommettere che altri paesi invieranno istruttori in Ucraina e che questo probabile gesto, che oggi sembra vertiginoso, diventerà un luogo comune.

L’obiettivo dichiarato da Emmanuel Macron rimane lo stesso: “la pace potrà realizzarsi solo se l’Ucraina riuscirà a resistere”, ha affermato annunciando gli aiuti aggiuntivi. Lo spirito dello sbarco ha fatto il resto.

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