leggiamo “La vita alla morte”, il romanzo a lui dedicato da Gaël Tchakaloff

leggiamo “La vita alla morte”, il romanzo a lui dedicato da Gaël Tchakaloff
leggiamo “La vita alla morte”, il romanzo a lui dedicato da Gaël Tchakaloff
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Come affrontare l’enigma di Léa Vicens quando non abbiamo gusto per gli incantesimi della corrida e rischiamo di svenire alla minima vista di un rivolo di sangue? Senza dubbio confrontandosi con le proprie contraddizioni e mettendosi in discussione, in un modo nuovo e con una certa autoironia…

Come affrontare l’enigma di Léa Vicens quando non abbiamo gusto per gli incantesimi della corrida e rischiamo di svenire alla minima vista di un rivolo di sangue? Sicuramente confrontandosi con le proprie contraddizioni e mettendo in discussione, in modo nuovo e con una certa autoironia, il fascino per un personaggio lontano mille miglia da sé. Un fascino così forte da essere qui vissuto come un “controllo”.


Léa Vicens durante la corrida rejoneo alla feria di Dax nell’aprile 2023.

Archivi Philippe Salvat/SO

Questa storia, con una composizione ibrida e una grande libertà di tono, ripercorre l’anno in cui Gaël Tchakaloff seguì la famosa rejoneadora che ipnotizza gli appassionati di tutto il mondo, dalla sua finca nelle aride terre andaluse dove “vive da sola con 103 animali e due rivoltelle” nelle leggendarie arene di Francia e Spagna. Lo scrittore ricevette inizialmente un rifiuto: Léa Vicens aveva l’abitudine di non confidarsi e di respingere le persone sgradite, per modestia ma anche per mancanza di tempo. Il ciclista si allena dalle dieci alle quattordici ore al giorno.

Sovranità e grazia

Tra le due donne finisce per formarsi una complicità di parole e di silenzi del tutto opposte. Gaël Tchakaloff cerca di capire fino a che punto possono arrivare la determinazione e il coraggio, che si combinano con la sovranità e la grazia, che generano un’arte. Nella feria trova uno strano specchio nel quale, vedendosi, per così dire, capovolta, fa rifluire certe paure; La passione per la corrida somiglia allora a un volgersi dell’angoscia contro se stessa. L’esibizione del virtuosismo è intesa come un flirt con il nulla, una conversione della morte e, ancor più, un miraggio che prende vita: c’è qualcosa, nel fatto di guardare il cavaliere, che dà l’impressione di guardare l’impossibile. Non è niente, si potrebbe osare aggiungere.

Se i deboli vanno verso i dignitosi, Gaël Tchakaloff non è dignitoso. Scegliere di scrivere su una figura di spicco della corrida nei nostri tempi pacificati e ricchi di sfumature significa designare un luogo d’elezione sulla pira dei media. Olè!

“La vita alla morte” di Gaël Tchakaloff, ed. Flammarion, 232 pag., €21, ebook, €14,99.

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