Rugby a 7 – Antoine Dupont dopo la qualificazione dei Blues: “Sapevo che avrei avuto il mio ruolo da svolgere”

Rugby a 7 – Antoine Dupont dopo la qualificazione dei Blues: “Sapevo che avrei avuto il mio ruolo da svolgere”
Rugby a 7 – Antoine Dupont dopo la qualificazione dei Blues: “Sapevo che avrei avuto il mio ruolo da svolgere”
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Sostituto contro la Gran Bretagna, Antoine Dupont ha permesso ai Blues di evitare una grande delusione durante l’ultima partita del girone questo sabato a Madrid. L’uomo del Tolosa ha realizzato un’impresa personale a meno di un minuto dal fischio finale mentre la Francia era sotto 12 a 5. È stato anche il passante decisivo nella meta vincente segnata da Nelson Epée nei supplementari.

Un altro supplementare per voi dopo la finale della scorsa settimana. Come l’hai vissuto?

Ammetto che se avessimo potuto vincere prima del golden point sarebbe stato meglio. Ma è stata una bella prova dello stato d’animo. Abbiamo dimostrato che non ci arrendiamo e che possiamo resistere nei momenti difficili, in inferiorità numerica. Dopo il cartellino giallo e ai supplementari la squadra ha dimostrato di non mollare.

Puoi parlarci del tuo test? Come hai trovato questo piccolo buco?

In realtà non c’era nessun buco. Gli inglesi si difendevano bene e controllavano bene. Stavamo guadagnando terreno ma non avevamo un distacco netto né un surplus. Non avevo molto spazio e avevo un avversario che si ritirava, quindi ho provato a giocare il duello con forza e ha funzionato molto bene.

Hai ritrovato velocemente gli automatismi della disciplina nonostante questa settimana di preparazione abbastanza breve?

Gli automatismi ritornano piuttosto rapidamente. Il tempo trascorso con la squadra quest’inverno mi ha aiutato a integrare i principi del gioco. È più difficile per il cardio. Devo tornare alle esigenze di questo sport e agli sforzi che sono molto diversi da quelli del XV. Ma è quando è difficile che devi riuscire a resistere, a mantenere la calma, a mantenere la disciplina ed è importante poter lavorare in questa pratica anche lì.

Come hai vissuto la prima giornata del torneo fuori dal girone?

All’inizio ero abbastanza contento di avere un giorno in più di recupero, ma quando arriva la partita e fai il riscaldamento, vuoi sempre essere lì. È un gruppo. Abbiamo visto l’infortunio di Esteban nella prima partita e sappiamo che ci sono sempre scenari che non abbiamo studiato e ai quali dobbiamo adattarci. Sapevo che il torneo sarebbe stato lungo e che avrei avuto il mio ruolo da svolgere per tutto il resto del fine settimana.

I rudimenti di questo gioco li impari anche stando in panchina? È questo un modo di osservare?

Ovviamente impariamo qualcosa in più sul campo, quando viviamo le situazioni. Conosciamo meglio gli spazi, impariamo a gestire le gare, gli spazi, la strategia. Ma ognuno ha il suo ruolo da svolgere nel gruppo. Quando siamo in panchina siamo altrettanto importanti, o anche più importanti in vista di quest’ultima partita, di chi gioca dall’inizio. Bisogna quindi dare il massimo in base al proprio ruolo e sperare nel risultato che si ottiene alla fine.

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