Nell’aprile 2022, un edificio di otto piani, che ospitava un hotel, appartamenti e un cinema, è crollato a Changsha, capitale della provincia di Hunan.
Le autorità avevano affermato che la struttura era stata costruita illegalmente, scatenando il dibattito pubblico sulla corruzione nel settore edile cinese. La CCTV, la televisione di stato, ha riferito che due tribunali di Changsha hanno condannato a pene detentive i funzionari coinvolti nello scandalo.
Pene detentive e multe
La persona che ha fatto costruire, ampliare e ristrutturare l’edificio senza permesso, Wu Zhiyong, ritenuto parzialmente responsabile del crollo, è stato condannato a 11 anni di carcere. Altre condanne includono una pena detentiva di 12 anni per un ex vicedirettore di una società idrica municipale, riconosciuto colpevole di negligenza nei doveri e corruzione.
Oltre alle pene detentive, una società responsabile dei test di conformità è stata multata di un milione di yuan (129mila euro), dopo che diversi suoi dipendenti sono stati giudicati colpevoli di aver falsificato documenti che attestavano la sicurezza dell’edificio.
Edilizia abusiva e mancanza di titoli di studio
Secondo la corte, Wu Zhiyong e le persone che hanno eseguito i lavori non avevano qualifiche edili. Avevano affittato illegalmente diverse parti dell’edificio a società di ristorazione e alloggi.
“Non sono state adottate misure correttive efficaci nonostante la scoperta di importanti rischi strutturali”
ha riferito la CCTV.
Corruzione nel settore edile
In Cina si verificano regolarmente crolli di edifici, spesso attribuiti alla negligente applicazione degli standard di sicurezza o alla corruzione da parte dei funzionari che dovrebbero farli rispettare. Il caso Changsha ha riproposto le critiche a queste pratiche, già ben radicate nel settore delle costruzioni in Cina.
