è stato raggiunto un consenso

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Ambiente. A seguito di un’alluvione senza precedenti, nel luglio 2021, che ha avuto un forte impatto su Brousseval e in particolare sulla fonderia, si è reso necessario cercare una soluzione duratura per incanalare al meglio le acque di deflusso. Emerge un consenso.

Martedì 30 aprile, sotto la guida di Joël Agnus, presidente del Sindacato paritetico del bacino della Marna e dei suoi affluenti (SMBMA), un incontro ha riunito i diversi attori interessati da questa situazione piuttosto complessa. A seguito di un audit, la società di studi ISL ha proposto tre possibili strategie per arginare i rischi di inondazioni: più precisamente l’allargamento del letto del torrente Maronne all’interno dell’area dello stabilimento, lo stoccaggio dell’acqua su terreni di proprietà delle fonderie e, infine, la realizzazione di siepi su tutto il bacino. Per illuminare tutte le parti interessate, Denis Lalevée, della SMBMA, ha presentato un’analisi multicriterio di ogni possibile scenario e più precisamente della rilevanza economica, del controllo del territorio, dello sviluppo degli ambienti, delle difficoltà di attuazione e dei rischi indotti. Per completare l’informazione, i rappresentanti della fabbrica, tra cui Marie-Marguerite Lang, direttrice generale della società, hanno precisato che sono già stati realizzati dei lavori, come la pulizia del letto della Maronne, nonché l’attuazione di misure specifiche per meglio gestire il flusso del torrente. Inoltre, nel corso dell’anno si svolgeranno esercitazioni di prevenzione delle inondazioni.

Una soluzione mista

Laurent Guillemot, sottoprefetto di Saint-Dizier, ha ricordato che, al momento della restituzione dell’audit, aveva invitato i diversi protagonisti a cercare una strategia mista basata sulle soluzioni proposte. Alla fine la SMBMA ha mantenuto questa ipotesi, sottolineando che l’ampliamento della Maronne non avrebbe potuto evitare completamente l’allagamento dell’impianto e che il progetto del bacino a monte ha ridotto notevolmente le portate. D’altro canto solo le siepi potrebbero fornire una risposta ecologica.

Infine, le parti interessate del progetto hanno convalidato la soluzione mista che prevedeva l’ampliamento della Maronne che potrebbe essere realizzato in due anni e il sovraccarcamento a monte che sarebbe distribuito su cinque anni. Naturalmente l’aspetto finanziario, il nocciolo della questione, è stato ampiamente discusso. A questo proposito è stato precisato che la fonderia congelerà parte dei suoi investimenti per realizzare gli sviluppi all’interno dello stabilimento, che rappresentano una spesa di 1.300.000 euro. Per rendere questi sviluppi una realtà, è necessario studiare molti punti per rispettare gli standard ambientali. Con questo in mente, Joël Agnus si è offerto di aiutare l’azienda a progettare le specifiche.

D’altro canto, la soluzione alternativa scelta deve essere sostenuta anche dalla comunità dell’agglomerato di Grande Saint-Dizier, Der et Vallées che, fino ad ora e nonostante la presenza di due vicepresidenti a questo incontro, non ha preso una posizione chiara al riguardo progetto.

Nel corso di questo incontro si sono svolte numerose discussioni che hanno fatto eco alle domande sollevate dai diversi stakeholder. In questo contesto, Marie-Marguerite Lang si è chiesta chi sarà responsabile della gestione e della manutenzione delle dighe create. Per Bruno Moite, sindaco di Brousseval, che ha ricordato che anche il villaggio è stato colpito dalle inondazioni, l’azienda è essenziale nella vita del paese e come tale è impegnato a interrogare il consiglio comunale su un’eventuale collaborazione con l’azienda.

La conclusione è stata lasciata al sottoprefetto che ha proposto di incontrarsi prima dell’inizio dell’anno scolastico a settembre per verificare in che misura i diversi partner potrebbero sostenere la fabbrica.

Dal nostro corrispondente André Michel

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