CQuesto è il film che l’intero team elettorale di Donald Trump voleva fosse bandito. Fallimento: nonostante le minacce di procedimenti giudiziari e altri latrati da parte dei cani da guardia la primavera scorsa, L’Apprendista arriverà sugli schermi il 19 ottobre in Francia (11 ottobre negli Stati Uniti). Manca poco meno di un mese al primo turno delle elezioni presidenziali americane, il 5 novembre.
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Anche uno dei produttori del film, il miliardario filo-Trump Dan Snyder, si è scagliato contro questo devastante film biografico sull’ex presidente, attuale candidato per un secondo mandato, credendo di essere stato ingannato dagli autori, dal regista iraniano-danese Ali Abbasi e dal lo sceneggiatore-giornalista Gabriel Sherman. Furioso, alla fine ritirò le sue quote nella produzione di L’Apprendista, nel nome dell’eterno “conflitto creativo”.
Già autore del magnifico thriller Le notti di Mashhad (2022), alla ricerca di a serial killer nel profondo di questa città santa, osserva Ali Abbasi L’Apprendista un altro «assassino» : Trump, un uomo consumato da una sete di potere alimentata dai valori di un sistema capitalista sfrenato, durante l’era Reagan.
Nel ruolo di questo moderno sostituto di Barry Lyndon (Il film di Kubrick è un riferimento ammesso ad Abbasi): Sebastian Stan, 42 anni, ex supereroe della Marvel, qui parruccato, truccato, biondo ossigenato, 7 chili in sovrappeso grazie al consumo ripetuto di bibite… E perfettamente credibile in Trump, un giovane lupo della Grande Mela, che appare, all’inizio del film, come esattore dell’affitto non pagato nella baraccopoli costruita dal padre, imprenditore immobiliare, Frederick Trump. Come un comune signore dei bassifondi, Paperino va porta a porta per intimidire i fannulloni, mentre frequenta, la sera, l’alta società in un club privato di Manhattan.
In questo luogo oscuro filmato come l’anticamera di Lucifero, Paperino incontrerà un altro dannato: l’avvocato ultraconservatore Roy Cohn (lo straordinario Jeremy Strong, protagonista della serie Successione), che prenderà il futuro ragazzo d’oro sotto la sua ala protettrice e gli trasmetterà i suoi tre sacri comandamenti per schiacciare il nemico nella società: 1) attaccare sempre; 2) non ammettere mai la verità; 3) non ammettere mai la sconfitta.
Girato in formato quadrato, con un’immagine dall’estetica vintage che evoca dapprima la sgranata pellicola 16 millimetri per evolversi in un videoclip tipico dell’archivio di un telegiornale del anni ottanta, L’Apprendista pose ad Abbasi un serio problema di coscienza. “Ho esitato a lungo prima di accettare. La storia ci giudicherà con questo film: volevo sia liberarmi da ogni crudo giudizio morale su Trump, sia assicurarmi allo stesso tempo di non essere complice della sua leggenda, spiega Ali Abbasi a Punto.Preferisci un video e un’immagine quadrata piuttosto che una ripresa L’Apprendista in cinemascope – anche se adoro questo formato – è una scelta politica: non volevo fare un film epico, non volevo rischiare di abbellire la realtà. Volevo un’immagine cruda, come questo mondo degli affari. Inoltre, non volevo che il film ruotasse esclusivamente attorno a Trump. L’argomento per me era il suo rapporto di discepolo e mentore con Roy Cohn e il sistema darwinista che permetteva a questi due uomini di soddisfare il loro istinto omicida…” Alla fine, la più crudele delle due bestie finirà per divorare l’altra.
Furia dal campo Trump
Girato a Toronto, città spesso scelta come controfigura della troppo costosa New York da produzioni con budget modesti, L’Apprendista Non risparmia certo l’ex presidente ma osa, come auspicava Abbasi, inserire una piccola sfumatura nella sua carica. La prima parte del film descrive un Trump mancino, timido, quasi accattivante nella sua goffaggine, mentre saluta la sua indiscutibile visione del futuro turistico di New York, dove vuole far emergere i grattacieli più belli in mezzo al taglio quartieri. -gola di Manhattan. Ma, come una notte che cade a poco a poco sulla sua anima, la determinazione del giovane a salire sempre più in alto lo rende allo stesso tempo spietato, patetico e terrificante.
L’Apprendista basa il suo resoconto su diverse fonti, inclusa la sulfurea biografia non autorizzata di Trump: Magnate perduto. Le molte vite di Donald J. Trump, del giornalista Harry Hurt III, pubblicato nel 1993. Per quanto riguarda la scena scioccante del complotto – lo stupro coniugale di Ivana Trump (interpretata da Maria Bakalova) da parte di un Donald che è passato definitivamente al lato oscuro – Harry Hurt III ha descritto nel suo libro basato sulla testimonianza giurata di Ivana, durante la sua procedura di divorzio contro Donald. L’ex signora Trump, morta nel 2022, aveva poi ritrattato le sue dichiarazioni quando l’ex marito divenne presidente degli Stati Uniti… ma Sherman e Abbasi decisero di includere questo episodio.
Questa scena ha fatto infuriare chi era vicino a Trump. Di fronte alle minacce di querele per diffamazione ancora brandite dal candidato repubblicano alla Casa Bianca, Abbasi ribatte: “Questi fatti sono documentati. Gli avvocati di Trump stanno saltando alle conclusioni su un film che non hanno visto. Da parte mia, penso che abbiamo prodotto un buon lavoro, su un uomo che ha evoluto il suo discorso sapendo come decodificare ciò che le personevolevo sentire. »
Nel frattempo, il 3 settembre, il distributore americano (la piccola società indipendente Briarcliff Entertainment) di questo affresco visivamente composto prende il nome in omaggio al famoso reality show televisivo L’Apprendista che Donald Trump ha presentato alla NBC negli anni 2000 e 2010 -, ha dovuto lanciare una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter per “permettere al film di restare nelle sale il più a lungo possibile”. Un’altra battaglia… Quanto ad Ali Abbasi, felice di aver raccolto brillantemente la sfida, giura che, per la sua prossima produzione, tornerà ai mondi surreali dei suoi esordi. “Potrò dare libero sfogo alle mie fantasie creative, confida. Penso che sto iniziando a stancarmi di scrutare l’oscurità umana! »