“Putin ha bisogno della guerra politicamente. Non si fermerà”, ha detto François Reynaert.

“Putin ha bisogno della guerra politicamente. Non si fermerà”, ha detto François Reynaert.
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Nel tuo libro identifichi diverse linee di forza che strutturano la storia della Russia, la prima delle quali è la sua geografia…

Questo è un dato fondamentale: la Russia è il paese più grande del mondo. Trenta volte la Francia! Noi francesi tendiamo spesso a dimenticare questo parametro quando parliamo della Russia. Ma i russi crescono consapevoli di vivere nel Paese più grande del mondo. Da bambini vedono la carta ogni giorno a scuola. Questo orgoglio è accompagnato da una paura radicata nella mente delle persone da secoli: che questo spazio possa essere invaso o ristretto.

Comunque è gigantesco…

Sì, ma è indifendibile. Si tratta di una grande steppa asiatica che non è protetta da bastioni “naturali” come le catene montuose. Questa immensità sembra loro vulnerabile. Si è inoltre consolidata la convinzione che per tutelare questo territorio sia necessario espandersi costantemente. Questo si chiama “espansionismo difensivo”. Questa ossessione ha segnato la storia russa fin dai tempi di Ivan il Terribile (1530-1584), il primo zar. Putin ha affermato nel 2016: “I confini della Russia non finiscono da nessuna parte!” » Affermava di scherzare, ma possiamo pensare che non fosse uno scherzo… Quando siamo consapevoli di questa sensibilità allo spazio, misuriamo il trauma che fu la caduta della cortina di ferro, quindi la perdita dello scudo formatosi dai paesi dell’Est europeo, poi lo smembramento dell’URSS, l’emancipazione dell’Ucraina, della Georgia, della Bielorussia…

L’altra linea di forza è il messianismo…

Molti russi definiscono la grandezza del loro Paese in base al suo territorio e poi al suo fondamento religioso, l’Ortodossia. Noi europei siamo convinti che il Papa e il Vaticano siano al centro del cristianesimo. L’Ortodossia sarebbe una forma esotica di dissidenza… La prospettiva russa è completamente opposta. Per gli ortodossi l’epicentro della religione era Gerusalemme e poi Costantinopoli, la seconda capitale dell’Impero Romano. Quando, nel 1453, la città cadde nelle mani dei turchi, Mosca divenne per loro la terza capitale, la “terza Roma”, la città che avrebbe salvato il mondo assicurandosi l’influenza dell’ortodossia, del “retto pensiero”.


Il giornalista François Reynaert.

Céline Nieszawer/Flammarion

Che posto occupa l’Ucraina nella storia russa?

Un luogo primordiale: è la culla della storia russa, che prende forma attorno a piccoli principati fondati dai Variaghi e dai Vichinghi, intorno a Kiev. Siamo tra i 900 ed i 1000. I Variaghi stanno pian piano gettando le basi di uno stato chiamato “Rus”. Ma questa entità venne spazzata via nel XIII secolo.e secolo in cui i Mongoli invasero tutta l’Asia e fino all’Ungheria in Europa. I Mongoli dominarono per più di due secoli, distruggendo questo mondo della Rus’, ridisegnandone la mappa. Kiev, licenziata, rifiuta. Alla fine delle invasioni mongole, nel XVe secolo, il principato che divenne il più influente fu una piccola città chiamata Mosca.

Che impatto avrà il periodo mongolo sulla storia russa?

Durante questi due secoli, il mondo russo fu tagliato fuori dall’Occidente, dagli sviluppi intellettuali del Medioevo e del Rinascimento, e legato, soprattutto dal punto di vista commerciale, all’Asia. Quest’epoca segna l’inizio per la Russia di un braccio di ferro identitario che non è mai cessato: il suo destino è dalla parte dell’Europa o dell’Asia? Lo zar Pietro il Grande portò, nel 18e secolo, una risposta chiara. Rivolge il suo paese verso l’Occidente, crea San Pietroburgo, i cui palazzi devono essere sontuosi come quelli di Venezia o di Amsterdam, incoraggia il commercio, modernizza l’amministrazione. Non arriva al punto di importare la monarchia parlamentare di tipo britannico, è un autocrate di folle violenza… Nel XIX secoloe secolo, molti filosofi e scrittori, Turgenev in testa, sono anche risolutamente occidentalisti. A loro si oppongono gli “slavofili” come Dostoevskij, che giurano solo sull’identità religiosa ortodossa e sulle radici slave. Negli anni ’20, negli ambienti dell’emigrazione antibolscevica, assistiamo addirittura alla nascita dell’eurasiatismo, che voleva fare della Russia un continente a sé stante tra Cina ed Europa.

“I russi crescono con la consapevolezza e l’orgoglio di vivere nel Paese più grande del mondo”

Come si inserisce Vladimir Putin in questo dibattito?

La sua priorità è rimanere al potere. Inoltre, per venticinque anni, ha giocato successivamente, secondo i suoi interessi, su entrambi i fronti, a sua volta vicino all’Occidente, allora autoproclamatosi baluardo contro la “decadenza occidentale”.

Come analizza i problemi attuali in Ucraina?

Sono più convinto che mai dell’importanza di una vittoria per gli ucraini. Scrivendo questo libro, mi sono reso conto di quanto l’espansionismo sia una forza trainante nella storia russa. Coloro che chiedono negoziati e la cessione di un terzo dell’Ucraina a Putin, credendo che ciò placherà la sua sete di conquista, si sbagliano. Ha bisogno della guerra politicamente. Non si fermerà. La Georgia, nel 2008, è stata la prima tessera di un “gioco” che continua in Ucraina e potrebbe, domani, continuare in Moldova o nei Paesi Baltici.

Lo stesso Putin denuncia l'”imperialismo” della NATO e giustifica il suo attacco all’Ucraina con il fatto che gli americani avrebbero provocato la Russia espandendo la NATO fino ai suoi confini…

Questa è l’eterna argomentazione pro-Putin! Rispondo sempre che tutti i paesi dell’Europa orientale che hanno aderito alla NATO lo hanno fatto perché lo volevano i governi democraticamente eletti, perché lo voleva il popolo. Per quello ? Per proteggersi proprio dall’espansionismo russo e dal sinistro regime di Putin, modello che rifiutano in massa.

“La grande storia della Russia, il suo impero, i suoi nemici”, ed. Flammarion, 432 pag., 23€. E-book, 15,99€.

Il libro

Giornalista del “New Obs”, François Reynaert dimostra ancora una volta, in “La Grande Storia della Russia”, le sue doti di insegnante, la sua capacità di illuminare la storia con una penna vivace e limpida. Dagli esordi di Kiev all’attuale regime, ripercorre millecinquecento anni di storia, descrivendo con precisione, lontano dai luoghi comuni, i maggiori protagonisti: Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Caterina II, Lenin, Stalin, fino a Putin e i suoi oligarchi.

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