Secondo uno studio i cui risultati sono allarmanti, il riscaldamento degli oceani potrebbe avere un impatto diretto sulla guerra antisommergibile

Secondo uno studio i cui risultati sono allarmanti, il riscaldamento degli oceani potrebbe avere un impatto diretto sulla guerra antisommergibile
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In effetti, il riscaldamento degli oceani influisce sulla salinità e sulla temperatura dell’acqua, due fattori che influiscono sulla propagazione del suono.

Riscaldamento degli oceani, impatti a più livelli

Il riscaldamento globale provoca anche il riscaldamento dei mari e degli oceani, come riportato dal Segretariato per i cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. Questo riscaldamento ha diversi effetti devastanti:

Questi cambiamenti alla fine portano a impatti duraturi sulla biodiversità marina, così come sulla vita e sui mezzi di sostentamento delle comunità costiere e non solo.”, si legge nel comunicato stampa delle Nazioni Unite.

La propagazione dei suoni sottomarini di fronte ai cambiamenti climatici

Ma gli effetti climatici non si ripercuotono solo sulla fauna e flora marina e sull’economia internazionale. Secondo questo studio pubblicato sulla Texas National Security Review, è probabile che anche il cambiamento climatico abbia “effetti significativi sulla potenza, sulle capacità, sull’efficacia e sull’occupazione militare”.

Infatti, lo studio, intitolato “Cambiamenti climatici e potere militare: caccia ai sottomarini nell’oceano che si riscalda” ha esaminato la guerra antisommergibile, che si basa in particolare sulla propagazione del suono sottomarino (vedi Il canto del lupo(2019) dove François Civil esegue Golden Ear).

Tuttavia. I suoni subacquei si propagano attraverso la temperatura e la salinità dell’acqua, due fattori, come visto in precedenza, largamente influenzati dal riscaldamento globale.

Gli autori dello studio hanno quindi utilizzato simulazioni oceanoacustiche per studiare l’impatto del riscaldamento globale sul raggio di rilevamento di “sottomarini nemici” (Atlantico settentrionale, Pacifico occidentale). I risultati parlano chiaro: “Nella maggior parte delle regioni, il campo di rilevamento dell’acustica subacquea si sta restringendo a causa dei cambiamenti climatici”.

Un dato allarmante, in un contesto di forti tensioni geopolitiche

Come analizzato in un articolo di New Scientist, il raggio di rilevamento dei sottomarini potrebbe, secondo i risultati dello studio, diminuire”alle medie latitudini dell’Atlantico settentrionale orientale, proprio dietro il Golfo di Biscaglia e nel Mare della Groenlandia”, zone frequentate in particolare dai sottomarini russi…

Secondo i dati diffusi da Courrier International, oggi i sonar delle navi militari trasmittenti possono rilevare sottomarini a una distanza compresa tra 35 e 60 chilometri. Tuttavia, se ci atteniamo allo scenario proposto dal rapporto dell’IPCC, nell’Oceano Atlantico i sonar non sarebbero più in grado di rilevare un sottomarino a più di 20 chilometri dalla nave.

Informazioni che non vanno assolutamente prese alla leggera, in un contesto di tensioni geopolitiche. New Scientist ci ricorda, in caso di guerra nucleare, in caso di conflitto tra Washington e Pechino, i sottomarini”potrebbero rimanere nascosti per mesi nelle profondità dell’oceano prima di lanciare una o diverse dozzine di testate nucleari”.

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