La Francia è (davvero) di destra?

La Francia è (davvero) di destra?
La Francia è (davvero) di destra?
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Chi meglio del santo patrono del diritto può decretare, all’istante, da che parte pende la Francia? Il Figarocertamente, per amore di obiettività, la risposta è: nessuno. “La Francia è di destra, probabilmente come non lo è mai stata, Lo ha affermato l’ex Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, il 30 agosto. Quando il Presidente della Repubblica dice che non desidera nominare un rappresentante del Nuovo Fronte Popolare, ha ragione. La sua posizione è difficile da contestare.

Se guardiamo ai recenti risultati elettorali, è innegabile. Durante le ultime elezioni legislative, la destra e l’estrema destra hanno raccolto insieme, al primo turno, più di 21 milioni di voti. Ciò equivale a quasi il 65% dei voti espressi. E due anni prima, durante le elezioni presidenziali, i voti della destra si erano espressi nelle stesse proporzioni. Con, secondo i vari sondaggi, l’immigrazione, la sicurezza e le questioni legate all’identità come principali priorità insieme al potere d’acquisto. Ma questo significa dimenticare che quasi il 44% degli iscritti, al primo turno, e il 27% al secondo, non si sono presentati…

Possiamo allora concludere che il cuore della Francia batte a destra senza sapere cosa nasconde realmente questa massa silenziosa? “Ciò solleva la questione di come ascoltiamo i francesi, afferma Vincent Tiberj, professore di sociologia politica presso Sciences Po Bordeaux e ricercatore presso il centro Émile Durkheim. Si tratta di una questione democratica di primaria importanza.

I francesi sono tutt’altro che conservatori

Con la sua nuova pubblicazione, Destra francese. Mito e realtà (PUF), il sociologo tenta di delineare il vero colore politico del Paese interessandosi a tutti i francesi, indipendentemente dal fatto che si esprimano alle urne o meno, analizzando decenni di sondaggi d’opinione su varie questioni.

L’obiettivo: tracciare delle curve per misurare il posizionamento dei francesi attorno a un certo numero di argomenti. Sia attorno a questioni socio-economiche (posto dello Stato nell’economia, numero di dipendenti pubblici, ammontare dei minimi sociali, ecc.) sia sociali (rapporto con l’immigrazione, con la differenza, diritti delle donne, LGBT, ecc.).

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