“Quando ci addormentiamo tutti, dove andiamo?” di Billie Eilish: “vorrei che fossi gay” e l’influenza del jazz

“Quando ci addormentiamo tutti, dove andiamo?” di Billie Eilish: “vorrei che fossi gay” e l’influenza del jazz
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Per questo secondo giorno, ci tuffiamo nella sesta traccia di Quando ci addormentiamo tutti, dove andiamo? ; uno dei pezzi più jazzistici dell’album, il commovente “vorrei che fossi gay”.

Scritta quando Billie Eilish aveva solo 14 anni, “Wish You Were Gay” racconta la delusione d’amore di quest’ultima dopo aver sofferto un rifiuto da parte del ragazzo su cui lei schiacciato. Billie cerca una spiegazione per la sua insignificanza nei suoi confronti. Spera poi che sia gay per consolarsi, immaginando che il suo rifiuto sia in realtà dovuto al suo orientamento sessuale.

Dal punto di vista musicale il brano è diviso in due parti, le strofe, costruite come una ballata chitarra-voce con accenti jazz, e il ritornello pop, più prodotto, che arriva quasi a farci ballare.

Come in “Seppellire un amico”, troviamo qui aggiunte di suoni della vita quotidiana come risate e applausi nel verso. Questo contributo permanente di suoni naturalistici avvicina le canzoni di Billie Eilish e Finneas O’Connell ad alcuni compositori di musica contemporanea minimalista degli anni 60. Ma al di là di queste sonorità naturalistiche, “wish you been gay” permette di evidenziare una notevole influenza di Billie Eilish: la jazz.

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