Il dibattito sulla definizione di obesità come malattia ha preso una svolta importante con la pubblicazione delle conclusioni di 56 esperti internazionali, riuniti dalla rivista The Lancet Diabete ed Endocrinologia.
La loro definizione di obesità evidenzia un’importante distinzione tra l’obesità clinica, ora considerata una malattia, e l’obesità preclinica, che non lo è.
Questa nuova definizione suggerisce di non basarsi esclusivamente sull’indice di massa corporea (BMI) per diagnosticare l’obesità. Jean-Pierre Després, ricercatore presso l’Istituto Universitario di Cardiologia e Pneumologia del Quebec (IUCPQ) – Università Laval, sottolinea l’importanza di questa rivoluzione nel mondo medico, spiegando che il BMI è troppo limitato per valutare correttamente i rischi legati ai problemi di salute peso in eccesso.
Criteri per l’obesità clinica
Tradizionalmente, l’obesità è stata vista come un fattore di rischio per malattie gravi, ma non come una malattia in sé. Con questa nuova definizione, l’obesità clinica è ora riconosciuta come una malattia cronica e gli esperti raccomandano criteri più precisi per diagnosticare questa condizione. Oltre al BMI, ora è consigliabile misurare la circonferenza della vita, in particolare il grasso addominale, che è associato a notevoli rischi per la salute. Una circonferenza vita maggiore di 102 cm negli uomini e di 88 cm nelle donne è ormai considerata un indicatore di rischio.
Tuttavia, la sola presenza di grasso corporeo in eccesso non è sufficiente per classificare l’obesità come clinica. Affinché l’obesità possa essere diagnosticata come una malattia, il paziente deve avere anche una disfunzione correlata al grasso corporeo in eccesso. Tra le 18 disfunzioni individuate dalla commissione per gli adulti troviamo l’insufficienza cardiaca, l’apnea notturna, l’ipertensione e la steatosi epatica. Per i bambini, i problemi includono apnea notturna, ipertensione e dolore cronico.
Reazioni di esperti e professionisti
La Dott.ssa Marie-Philippe Morin, clinica e ricercatrice presso l’IUCPQ-Université Laval, accoglie con favore questa nuova definizione, che dovrebbe facilitare l’identificazione dei pazienti che necessitano di un trattamento specifico per l’obesità clinica. Secondo lei, ciò migliorerà l’accesso alle cure per questi pazienti, che sono spesso trascurati o scarsamente assistiti.
I farmaci recentemente introdotti sul mercato, come Ozempic e Wegovy, usati per trattare l’obesità, non sono attualmente coperti dal piano assicurativo farmaceutico del Quebec. L’endocrinologa pediatrica Mélanie Henderson, che esercita presso il CHU Sainte-Justine, spera che questa nuova definizione contribuirà ad espandere l’accesso a questi trattamenti per le persone che ne hanno veramente bisogno.
Altri specialisti, come la dottoressa Julie St-Pierre, sottolineano l’importanza della gestione dell’obesità da parte di équipe multidisciplinari, che rimangono rare in Quebec, ma che sono essenziali per trattare efficacemente questa malattia.
Disfunzioni associate all’obesità clinica
Gli esperti di The Lancet hanno identificato diverse disfunzioni negli adulti e nei bambini che sono direttamente collegate all’obesità clinica. Ecco alcuni esempi:
Negli adulti:
• Insufficienza cardiaca
• Apnea notturna
• Ipertensione
• Malattia del fegato grasso
• Incontinenza urinaria cronica
• Limitazioni significative della mobilità nelle attività quotidiane
Nei bambini:
• Apnea notturna
• Ipertensione
• Danno renale
• Dolore cronico legato allo scarso allineamento delle gambe
Questa revisione della definizione di obesità potrebbe avere ripercussioni significative sul modo in cui l’obesità viene trattata nel sistema sanitario, incoraggiando una migliore copertura terapeutica e cure più adattate. Gli specialisti sperano che queste nuove linee guida proteggano meglio i pazienti e riducano lo stigma associato all’obesità.
Fonte: The Lancet Diabetes & Endocrinology / La Presse
Indice sanitario della pubblicazione: 2025-01-16
Numero di visite dalla pubblicazione: 28
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