Il dato: per costruire un singolo smartphone sono necessari 200 kg di materie prime

Il dato: per costruire un singolo smartphone sono necessari 200 kg di materie prime
Il dato: per costruire un singolo smartphone sono necessari 200 kg di materie prime
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I nostri smartphone sono delle vere e proprie miniere d’oro. Nel senso letterale. Ciascuno dei nostri computer portatili contiene una piccolissima quantità di oro. Il metallo prezioso è infatti necessario per la costruzione e il corretto funzionamento di alcuni dei chip che alimentano i nostri telefoni, come tanti altri metalli. Secondo uno studio di SystExt (Extractive Systems and Environments), i nostri cellulari contengono più di 50 materiali diversi, ognuno dei quali incide fortemente sull’impronta di carbonio complessiva dei nostri cellulari.

Secondo Ademe, per produrre un singolo smartphone sono necessari circa 200 chili di materie prime. L’oro, il tungsteno o lo stagno in realtà non si trovano allo stato puro in natura. Sono presenti solo in piccole quantità in alcune rocce minerarie. Recuperare pochi grammi di minerale utilizzabile richiede quindi l’estrazione di grandi quantità di rocce che verranno poi raffinate per estrarre il consistente midollo necessario al buon funzionamento dei nostri telefoni.

Secondo Frédéric Bordage, fondatore del collettivo Green IT, la quantità di materia prima necessaria per fabbricare uno smartphone è facilmente calcolabile poiché è circa 500 volte il suo peso. Se ci immergiamo un po’ più a fondo nelle viscere della bestia, “per un chip elettronico da 2 grammi occorrono 32 kg di materia prima, ovvero 16.000 volte il suo peso“, indica lo specialista.

La corsa al rinnovamento portata avanti dai produttori e la frenesia di acquistare nuovi prodotti hanno quindi conseguenze molto concrete sul depauperamento del suolo, della biodiversità e delle terre rare. Il processo di raffinazione stesso utilizza anche componenti chimici tossici per la natura e per l’uomo. A ciò si aggiungono le infinite controversie sulle terribili condizioni di lavoro nelle grandi aree minerarie del Congo e si ottiene un cocktail sociale ed ecologico catastrofico.

Riciclaggio, una falsa soluzione

L’estrazione delle materie prime non è l’unica attività che impoverisce il pianeta. La produzione e la gestione del fine vita di uno smartphone richiede l’utilizzo di circa 106 m³ di acqua. La maggior parte di questo volume viene utilizzata durante la produzione di chip per “pulire» wafer di silicio contenenti semiconduttori.

Sfortunatamente, riciclare i circa 50 materiali utilizzati nei nostri smartphone è un dolce sogno. Se si fanno progressi qua e là, “la complessità della composizione degli smartphone e delle leghe in essi contenute rende impossibile riciclare i dispositivi a fine vita», rileva l’associazione SysExt. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il tasso di riciclaggio funzionale (che preserva le caratteristiche utili del materiale) dei pochi metalli riciclabili è intorno al 50%.

Nessun telefono fino ad oggi è stato costruito con materiale riciclato al 100% ed è una scommessa sicura che non lo sarà mai. Quindi, per evitare di estrarre 200 chili di pietre ogni volta che acquisti un cellulare, preferisci la riparazione e il ricondizionamento quando possibile.

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