Birmania. Doppia sconfitta militare e simbolica per la giunta al potere

Birmania. Doppia sconfitta militare e simbolica per la giunta al potere
Birmania. Doppia sconfitta militare e simbolica per la giunta al potere
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Quasi tre anni dopo aver rovesciato e imprigionato il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, sospeso le libertà pubbliche, ucciso o imprigionato migliaia di oppositori, i generali birmani non se la passano bene sul terreno che dovrebbero padroneggiare meglio: la guerra. Dall’ottobre 2023, le sconfitte sono continuate di fronte a molteplici guerriglie etniche.

Le ribellioni Karen, Shan, Arakan, ecc., hanno sempre reso la vita difficile al potere centrale fin dall’indipendenza nel 1948. Dotati di una nuova legittimità di fronte ai golpisti, i guerriglieri si coordinano anche con le Forze di Difesa del popolo, le “ esercito di opposizione”, che conta oggi 60.000 soldati, spesso giovani dell’etnia maggioritaria Bama che si sono dati alla macchia.

Risultato: l’esercito regolare si ritirò quasi ovunque. Questo è avvenuto dapprima in Oriente, nello Stato Shan, al confine con la Cina; poi nel Sud-Est, dove in aprile la giunta ha perso la città di Myawaddy, fondamentale crocevia commerciale con la vicina Thailandia.

La spiaggia dei generali

Questa volta è in Occidente, dove l’Esercito Arakan ha lanciato una grande offensiva, che i generali si prendono uno schiaffo. I ribelli assediano la città di Ngapali. E presero il controllo di Thandwe, il gioiello turistico rinomato in tutta la regione per le sue spiagge di sabbia fine e i paesaggi idilliaci. L’esercito regolare presidierebbe solo l’aeroporto situato a diversi chilometri di distanza.

Se venisse confermata, la sconfitta per la giunta sarebbe duplice, militare e simbolica. Perché Thandwe era una spiaggia un po’ chic per gli uomini eleganti che presero il controllo della Birmania. Molti degli alberghi di Ngapali e Thandwe appartengono all’esercito, un’idra che ha interessi in molti settori, dalle pietre preziose al turismo, compreso il tabacco.

Il prossimo obiettivo dell’Esercito Arakan è chiaro: la grande città di Sittwe, che sarebbe la prima capitale regionale a cadere in mano ai ribelli.

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