Questo chip promette una visione “a raggi X” per tutti (senza i suoi pericoli?)

Questo chip promette una visione “a raggi X” per tutti (senza i suoi pericoli?)
Questo chip promette una visione “a raggi X” per tutti (senza i suoi pericoli?)
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E se vi dicessimo che la “visione a raggi X” sarebbe presto disponibile sotto forma di un sensore abbastanza semplice (ed economico) da produrre, facile da inserire in oggetti discreti e ampiamente disponibile per l’acquisto? Se questa prospettiva ti spaventa, dovresti saperlo la tecnologia che potrebbe renderlo possibile è sicuramente all’orizzonte.

I ricercatori hanno appena dimostrato che è possibile creare chip di sensori CMOS sufficientemente sensibili, nella gamma delle onde millimetriche, da vedere attraverso gli oggetti. Un po’ come fanno adesso i raggi X. O i portali aeroportuali, che funzionano con questo tipo di onde (reputate innocue per gli esseri umani)… tranne che queste ultime scansionano i viaggiatori con una coppia di trasmettitori e ricevitori.

Questo chip contiene sia la sorgente di trasmissione che il ricevitore

Perché la grande differenza con le applicazioni attuali è proprio la possibilità di vedere attraverso qualsiasi cosa, senza installare dall’altra parte qualcosa che emetta onde nella giusta gamma di frequenze, con angoli precisi.

Il processo CMOS (Complementary metal-ossido-semiconductor) è una tecnologia utilizzata da tempo per produrre sensori specializzati nell’imaging di precisione. I sensori fotografici, indipendentemente dalla gamma di frequenze elettromagnetiche per la quale sono costruiti e ottimizzati, sono tutti, in realtà, pezzi di silicio. Sono costruiti in modo simile ai processori e ad altri chip presenti nei computer.

A differenza di quest’ultimo, però, la parte contenente migliaia, milioni o addirittura miliardi di sensori è spoglia, il che la espone direttamente alle frequenze desiderate. Il processo CMOS rimane il più utilizzato per questo tipo di applicazioni, perché emette pochissimo calore, ha un consumo statico molto basso e quindi genera poco rumore nell’immagine in uscita.

L’innovazione dei ricercatori di cui parliamo è che dimostrano che è possibile, grazie ad un insieme di “pixel” ottimizzati, amplificatori e trasmettitori radio chiamati schieramento di fase per integrare la sorgente d’onda ed i ricevitori sullo stesso modulo. L’immagine scattata da questi sensori non è assemblata esattamente allo stesso modo dei sensori della fotocamera o dello smartphone.

Il chip ricostruisce l’immagine dalla riflessione delle onde emesse sull’oggetto. Se questo può (un po’) rassicurarvi, è possibile limitare o aumentare progettando il range di cattura dell’immagine e la massima profondità immaginabile. I ricercatori hanno così dimostrato l’osservazione a una distanza di un centimetro. Ma sarebbe possibileosservare l’interno di oggetti e persone fino a diversi metri di distanza con un chip ottimizzato per questo.

Resta ora da trovare applicazioni, dimostrare la fattibilità industriale del chip e, forse, fin dall’inizio, mettere in atto alcune garanzie per evitare i probabili abusi di questa tecnologia…

  • I ricercatori hanno appena dimostrato un chip basato su onde millimetriche che funziona un po’ come il sensore di uno smartphone, per immaginare l’interno degli oggetti (e delle persone).
  • Il gruppo contiene sia una sorgente trasmittente che ricevitori, consentendo il calcolo e l’imaging finale in modo mobile, senza installazioni complesse.
  • Naturalmente sono possibili delle deviazioni…

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