In linea con i pionieri della conquista dello spazio, SpaceX continua i suoi sforzi per segnare la storia dell'aerospaziale. Dopo aver già effettuato cinque voli di prova e aver ottenuto un primo storico lo scorso ottobre – il recupero del suo booster Super Heavy presso la torre di lancio – l'azienda si sta ora cimentando una delle più grandi sfide dell’esplorazione spaziale: il rifornimento in orbita.
Un'impresa attesa con grande fretta dalla NASA e in particolare per il suo programma ARTEMIS, che mira a rimandare l'uomo sulla Luna e stabilire una presenza umana sostenibile sul nostro satellite naturale.
Rifornimento orbitale: la chiave per le future missioni lunari
L'innovazione proposta da SpaceX potrebbe rivoluzionare l'approccio stesso alle missioni spaziali. Fino ad ora, i razzi dovevano trasportare tutto il carburante al decollo, limitando notevolmente la capacità di carico e l’autonomia. Infatti, quanto più carburante trasporta un razzo per raggiungere il suo obiettivo, tanto minore sarà il carico utile che potrà trasportare. il che crea un circolo vizioso che ne restringe notevolmente la portata.
Il trasferimento di carburante tra due navi in orbita cambierebbe completamente la situazione, che è proprio ciò a cui punta SpaceX. Questa capacità consentirebbe alle macchine di fare rifornimento come gli aerei e quindi darebbe loro la capacità di farlo trasportare carichi enormi ben oltre l'orbita terrestre.
Kent Chojnacki, vicedirettore del programma Human Landing System (HLS), vede questi test sono previsti da marzo all'estate 2025 un passo decisivo prima dei primi sbarchi sulla Luna senza equipaggio. Anche la NASA ha investito massicciamente nel progetto, concedendo 4,05 miliardi di dollari per lo sviluppo di due astronavi appositamente destinate alle missioni con equipaggio.
Una nuova collaborazione per nuovi standard
Il metodo di lavoro tra SpaceX e NASA illustra una vera trasformazione nel settore spazialeche ha permesso di ripensare i modelli tradizionali e aprire nuove prospettive per esplorare il nostro cosmo.
Mentre il tradizionale programma SLS (Space Launch System) costa oltre 2 miliardi di dollari a lancio e opera a contratto costo maggiorato (La NASA rimborsa alla ditta appaltatrice tutti i costi sostenuti, più una percentuale di profitto) senza limiti, SpaceX opera con un contratto a prezzo fisso da 2,99 miliardi di dollari.
Ancora più notevole: laddove i classici programmi della NASA imponevano migliaia di specifiche tecniche restrittive, il progetto Starship ha solo 27 requisiti di sistema essenziali. Questa flessibilità consente quindi di progredire molto più rapidamente rispetto a prima.
Se SpaceX riuscisse a democratizzare il rifornimento orbitale, l’intero settore aerospaziale trarrà vantaggio da questo progresso. Questa innovazione, a lungo considerata fantascienza, potrebbe essere sul punto di diventare realtà nel giro di pochi mesi. Considerati i successi passati dell’azienda, è una scommessa sicura che sarà così.
- SpaceX si sta preparando a testare il rifornimento in orbita, un progresso cruciale per le future missioni lunari.
- La NASA e SpaceX collaborano con un contratto innovativo con meno vincoli, contribuendo ad accelerare il ritmo dell'esplorazione spaziale
- Questo sistema di rifornimento potrebbe trasformare l’industria spaziale, consentendo missioni su larga scala.
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