In tuta color kaki, sotto la nuova maglia della squadra FDJ-Suez o quella della selezione bretone, fascia colorata, Marie Le Net porta il suo sorriso contagioso e la sua gioia di vivere nel cuore della pista del velodromo della Bretagna Centrale. . La giovane donna di Bréhand (22), a solo mezz’ora dal ring indoor, non mette in dubbio la sua felicità di giocare davanti alla sua famiglia (una ventina di persone questo sabato). “Quando ho saputo che a Loudéac si svolgevano i campionati francesi su pista non potevo non parteciparvi. Qui mi sento a casa, è semplice, saluto tutti! Ammetto che è troppo strano», confida la donna che venerdì ha proiettato la selezione bretone al titolo dell’inseguimento a squadre prima di puntare alla medaglia d’argento nella corsa a punti.
La strada, nient’altro che la strada
Associata al Loir-Et-Chérien Clémence Chéreau, sabato, nell’evento americano in cui ha dato spettacolo e ottenuto l’argento, colei che l’estate scorsa ha disputato la sua seconda Olimpiade (5a nell’inseguimento a squadre) gareggerà nella omnium questa domenica pomeriggio. La sua attività in pista terminerà lì nel 2025. “Quest’anno sarà tutta strada”, conferma la professionista della FDJ-Suez che, a partire da venerdì prossimo, decollerà per l’Australia dove proseguirà il Tour Down Under (17- 19 gennaio) e Cadel Evans Great Ocean Road Race (1 febbraio).
Il resto del suo calendario è attualmente punteggiato, così come i suoi obiettivi. “In questa fase dell’anno, non voglio davvero andare troppo avanti su questo. Voglio solo fare una stagione intera, senza preoccuparmi”, aggiunge Marie Le Net (24 anni) che, in un certo senso, non sfuggirà alla pressione. Ciò non viene negato da Stephen Delcourt, direttore generale dell’FDJ-Suez.
“Lei è in debito con noi”
“Per lei è una stagione cruciale. Ha avuto la libertà di esprimersi sul suo progetto olimpico per un anno e mezzo, ora è in debito con noi. Può tornare al suo picco strada facendo, sapendo che il divario è molto ampio tra il livello del 2022 e quello del 2025? Riuscirà a trovare il suo posto in una squadra solida come la nostra? E’ lei che ha le risposte. Individualmente e collettivamente, deve comunque dare di più alla moto”, assicura il grande capo di una squadra del Poitou che, con gli arrivi della stella olandese Demi Vollering, della campionessa francese Juliette Labous e perfino della svizzera Elise Chabbey, forse ha costruito la squadra più forte del pianeta durante la bassa stagione.
“Potenzialmente Marie ha tutte le qualità fisiche e tecniche per trovare il suo posto all’interno di un collettivo del genere. E poi, è capace di rotolare, di strofinarsi, di prendere un capo, di rimetterla a posto. Non sono solo preoccupato per lei”, assicura Samuel Monnerais, allenatore della squadra francese di atletica.
Uno “spostamento Le Net” a Cadoudal?
Anche Louis Pijourlet non è particolarmente preoccupato per il futuro di Marie Le Net. Colui che da diversi anni condivide la vita del fuoriclasse bretone si è divertito, sabato, con il suo primissimo allenamento in montagna. “Era al Col de la Croix-de-Fer. Avevo fatto il gentiluomo portandole lo zaino, me ne ero pentito: avevo difficoltà a seguirla”, ha sorriso il neo campione francese di inseguimento individuale che, nell’atmosfera concitata di Loudéac, immaginava già prendere forma una “svolta Le Net”, in Luglio, sulla salita a Cadoudal dove si giudicherà l’arrivo della prima tappa del prossimo Tour de France Femmes.
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