Perdere la testa

-

Dal 2 dicembre ci eravamo un po’ abituati, tanto che le nostre dita semisveglie lo scrivevano quasi con autorità. In testa, per due settimane, è stato Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance), punto e basta. Sicuramente per un certo periodo Le Havre è stato preoccupato da Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), ma era meglio lasciarlo andare senza un solo rimorso in piena depressione meridionale. Ma al terzo era largo, fino a più di 500 miglia più avanti, abbastanza per vederlo arrivare… Ma in effetti, lo abbiamo visto arrivare! O meglio, torna.

Perché con ogni punteggio, Yoann Richomme (PAPREC-ARKÉA), ha lavorato per abbassare questo conteggio e allo stesso tempo ha accelerato la sua velocità media. Con il passare dei giorni, quello che a priori era indiscutibilmente un materasso king size si trasformò in un misero materassino da campeggio sgonfio, che difficilmente mascherava i dolorosi rilievi del terreno. È molto semplice, la colonna sonora degli ultimi giorni sembrava quella di “Lo Squalo”… Fino alle 3 del mattino di martedì 17 dicembre, quando lo squalo si è ritrovato in picchiata sulla sua preda in mezzo al Pacifico! Il rimpasto è stato rapido e innegabile: il nuovo leader del Vendée Globe è ormai un “novizio” che, anche se non si è certo ripetuto, sembra comunque essersi rivisto molto bene!

Rimasero in gara solo 36 velisti

Questo per quanto riguarda il primo tuono notturno, anche se nella notte ci sono giunte altre due esplosioni ben più dolorose. L’abbandono ufficiale di Pip Hare (Medallia), vittima di un disalberamento e che raggiunge Melbourne con sartiame di fortuna, così come quello di Szabölcs Weores (Nuova Europa), che si avvicina a Cape Town dopo i danni al sartiame. Per questi due, solo il tempo potrà sanare il violento colpo, anche se il loro dolore sarà un po’ attenuato dalle migliaia di parole di sostegno inviate da questo battaglione di sconosciuti che formiamo, e che in silenzio seguono le loro avventure e condividono il loro immenso delusione.

Ora sono rimasti solo 36 velisti in regata, e se ce n’è uno che è felice di farne parte, quello è Antoine Cornic (Human Immobilier, 33°). Perché il Rais temeva che anche lui vedesse il suo sogno finire un po’ troppo presto, con lo strappo della battagliola della vela maestra, costringendolo ad intraprendere una missione di riparazione quasi impossibile. Ma lo fece, attraversando anche l’Oceano Indiano da Sud a Nord per raggiungere l’Isola di Saint-Paul, al riparo della quale portò a termine con successo il suo incredibile progetto. A poche centinaia di metri dalle scogliere di basalto ricoperte di licheni, è salito sull’albero per attaccare una nuova rotaia tagliata e fissata con i mezzi a disposizione…

Una volta tornato in carreggiata, ci ha raccontato nella notte, con la voce segnata dal calvario:

-

PREV Le 12 squadre più imbarazzanti negli sport professionistici
NEXT Offerta esclusiva del club FFC: approfitta dell’offerta speciale di ALE!